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La lettura risulta essere in alcuni punti noiosa e pesante per questo ho votato 3. Al contrario il volume, nonostante non sia un catalogo, contiene molte opere di Weegee.
Recensioni
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Pubblicata nel 1961 a New York, l'autobiografia di Weegee, celebre fotografo americano, approda ora nelle librerie italiane. Allene Tulney ha scritto: "Quasi tutte le fotografie di Weegee sono sorprendenti come un colpo di mazza da baseball nelle ginocchia. Niente ne disturba la comprensione e non hanno bisogno di didascalie". La sua firma è ispirata all'espressione ouiya board, usata per il tavolino delle sedute spiritiche, per via del suo talento di reporter-veggente, sempre primo ovunque avvenisse qualcosa che interessava la grande stampa.
In questo volume, edito da Contrasto, un'agenzia fotografica e anche casa editrice che allarga sempre di più i suoi orizzonti sulla cultura dell'immagine, ci sono molte sue fotografie, ovviamente molto interessanti, ma anche l'affascinante racconto di una vita. È un libro ricco di humour, con tantissime donne, quasi tutte prezzolate da un erotomane impenitente, o forse da un semplice ricercatore di tenerezza, quella che probabilmente gli mancò nel Lower East Side della sua gioventù.
Arrivato a New York con una nave di emigranti, per prima cosa scambiò Ellis Island per il paradiso. Un ufficiale sanitario gli cambiò il suo vero nome Usher nel più orecchiabile Arthur, e così il piccolo Fellig, nato nella comunità ebraica di Zloczew, in Austria, si ritrovò cittadino degli Stati Uniti d'America. La sua famiglia si installò in un ghetto di emigranti, in uno straordinario melting pot, in cui l'inglese non era la lingua più parlata, nel sud di Manhattan. Gli inizi furono durissimi per Usher (restituiamogli il suo vero nome), ma lui aveva l'anima del combattente ed era il genere di personaggio che se la cava sempre e comunque in tutte le situazioni. Un'infinità di mestieri d'occasione, i primi superficiali contatti con la fotografia e con la musica, il suo secondo amore. Fra le altre attività è anche violinista e suona nei cinematografi per accompagnare la proiezione dei film muti. Ma è la fotografia a essere la sua vera vocazione. Incomincia in un'agenzia giornalistica, sviluppando le pellicole degli altri. È lui stesso a scrivere: "Nelle vasche di sviluppo, nella camera oscura dell'Acme, mi scorreva sotto le mani la storia: incendi, esplosioni, disastri ferroviari, collisioni navali, la guerra tra gang del proibizionismo, omicidi, re, presidenti, tutte le persone famose, tutti gli avvenimenti eccitanti degli anni '20".
Da "forzato" dello sviluppo e del fissaggio per le fotografie degli altri, riesce a conquistarsi un posto da fotoreporter per la grande stampa di New York. Si è intanto inventato il suo nome d'arte e, astuto come una volpe, capace delle trovate più strabilianti, è diventato il re della notte, un imbattibile cacciatore di scoop. Come Orwell, che esplorava i bassifondi di Parigi e di Londra, così Weegee, con la sua macchina fotografica, racconta il lato oscuro della città, i drammi, le solitudini. Spesso la torcia al magnesio della sua Speed Graphic lampeggia solitaria sul teatro di un delitto. I gangster, vivi o morti, sono il suo soggetto preferito. Quando giungono le pattuglie della polizia e lo stuolo dei fotografi e dei giornalisti, Weegee sta già sviluppando la sua pellicola e organizzando la distribuzione delle sue immagini ai giornali.
Il testo di Weegee è una lettura frizzante, accompagnata da molte fotografie che lo ritraggono in diversi momenti della sua straordinaria vita. Dopo gli anni di vacche magre, ma estremamente eccitanti, il ragazzo di Zloczew conobbe la prosperità e l'aggettivo the famous, spavaldamente aggiunto al suo nome negli anni difficili, divenne una legittima realtà. Il suo lavoro di fotografo, che così profondamente penetrava la realtà sociale della Grande Mela, ispirò il grande cinema. Jules Dassin realizzò The Naked City, La città nuda (1948), che diventò un classico, traendo spunto dai climi e dalle atmosfere presenti nell'omonimo libro fotografico di Weegee.
Questo libro rivela al grande pubblico un autore fra i maggiori del suo tempo. Tra le tante sue fotografie eccezionali è indimenticabile quella dei bambini che dormono ammucchiati sotto una scala anti-incendio.
Mario Dondero
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