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Gli anni ottanta, per molti identificati come l’era dell’edonismo e del “volere e potere” del capitalismo occidentale , sono anche gli anni cui il rock, anche quello più mainstream, si rivolge al sociale invitando la popolazione, che compra in massa i prodotti sfornati dalla case discografiche, a conoscere situazioni di indigenza pure di parti di popolazioni lontane. Pare che il mondo del rock chiami a raccolta i propri fan e si prodighi nell’organizzare grandi eventi di sensibilizzazione, che uniscano il divertimento ad un tentativo di impegno verso tematiche sociali. L’iniziativa di “We are the world” prese vita infatti dopo che qualche mese prima in Gran Bretagna Bob Geldof fu promotore del progetto “Band Aid”, per realizzare un brano a scopo benefico contro la fame in Africa, dove la carestia aveva ucciso quasi un milione di persone tra il 1983 e il 1984. Il pezzo, intitolato “Do They Know It's Christmas?”, raccolse milioni di sterline. Ciò fu seguito dall’appendice del Live Aid , rimasto nella memoria di tutti come uno dei live più importanti degli ultimi decenni , in cui la stessa “ We are the Wolrd” fu interpretata in versione live. Il progetto We are the World nasce da una istanza simile , ovvero combattere con raccolta fondi la fame In Etiopia ed il 23 aprile 1985 veniva pubblicato l’album, creato da Michael Jackson e Lionel Richie e prodotto da Quincy Jones per scopo benefico dagli USA for Africa. In ben 45 risposero all’appello e basta fornire anche solo parte dell’elenco dei partecipanti nell’interpretare il brano guida dell’album per rendersi conto che l’iniziativa puntò al gotha del panorama rock e pop dell’epoca in modo da portare il brano e l’album nelle case del più alto numero possibile di persone.
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