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Warology: un viaggio al centro della guerra Raccontare una guerra invisibile, dai confini incerti, combattuta con armi nuove e al limite dell'impensabile. E' questo la promessa con cui nasce Warology, il primo lungometraggio di Morgan Menegazzo. Il film si articola in una serie di interviste ad esperti, ufficiali, scienziati, giornalisti, che si intrecciano per delineare i tratti delle più moderne forme di conflitto. Impresa ardita, in un campo d'indagine sconfinato: si va dalla guerra meteorologica alla manipolazione informativa, dalle scie chimiche alla proliferazione nucleare, il tutto in un quadro in cui sono le corporazioni e i potentati economici a farsi soggetto attivo, a mettersi l'elmetto e imbracciare il fucile, combattendo con i propri eserciti guerre sempre più private nelle cause, e universali negli effetti. Il racconto si snoda attraverso la voce degli intervistati, corroborata da un fiume di immagini che scorrendo freneticamente sullo schermo, scavano nella coscienza dello spettatore, chiamandolo a una risposta. La colonna sonora, firmata dai Pursuit Green, contribuisce a rendere quasi ipnotico il ritmo del film, che per tutta la sua durata (circa 80 minuti) rapisce lo spettatore accompagnandolo in un vero e proprio viaggio al centro della guerra. I temi toccati dal documentario sono molteplici: si parte dalla già citata privatizzazione dei conflitti, e il crescente ruolo dei contractor nelle guerre contemporanee. Segue una sezione dedicata ad HAARP, il laboratorio statunitense che, attraverso l'uso di onde ad altissima frequenza, è in grado di modificare le condizioni atmosferiche, e presumibilmente anche di causare catastrofi naturali a migliaia di kilometri di distanza. Infine le Chemtrails, scie chimiche composte da metalli pesanti, rilasciate nell'atmosfera dagli aerei militari, per scopi ancora tutti da accertare.
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