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I volti dell'élite. Classi di dirigenti nell'Ottocento meridionale
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2002
1 luglio 2002
284 p.
9788888142173

Voce della critica

Attraverso una raccolta di cinque saggi solo in apparenza troppo eterogenei per rappresentare un percorso di ricerca uniforme il libro si pone l'obiettivo di fornire un contributo a una storia delle élites durante il "lungo" diciannovesimo secolo. L'approccio è sicuramente originale e riesce a fondere la storia sociale con quella politica ponendosi così sulla scia dei più recenti orientamenti storiografici. Il quesito di fondo che sottende i diversi contributi sembra essere quello di stabilire se e quanto vi sia stata una integrazione effettiva tra le classi dirigenti e/o politiche e la società meridionale. Dal tentativo di razionalizzazione politico-istituzionale in un'ottica di State building avviato durante il decennio napoleonico passando attraverso le esperienze di singoli esponenti del ceto dirigente (Vito Nunziante e Rocco De Zerbi) per finire poi a quel momento di frattura e per certi versi di definitiva cesura tra "il secolo lungo" e il "secolo breve" che fu la Grande guerra (esplorata qui attraverso il memoriale di un militare di carriera Giuseppe Nunziante) la società più o meno civile sembra essere separata quando non addirittura antagonistica rispetto a quella politica. Sullo sfondo del lavoro si sente forte la suggestione della nota proposta interpretativa di Arno Mayer tesa a dimostrare la permanenza dei ceti di antico regime nelle sfere della gestione della cosa pubblica. Il momento di rottura imposto da Napoleone così come quello determinato dall'unificazione non sembrano infatti destabilizzare affatto la classe dirigente preesistente pronta in molti casi ad abiurare alla "fede" politica per mantenere le posizioni acquisite. Significativo è in tal senso il caso di Vito Nunziante il quale da borbonico per tradizione e convinzione si integra perfettamente nella nuova situazione politica all'indomani dell'unità.
Annamaria Amato

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