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L'autobiografia si intreccia alla visione sociale e politica, non intimista,non mitizzata. Ci sono personaggi forti e aspri, vittime e complici della terra "amara" di Calabria. Commuove l'afflato familiare che dà respiro al racconto. Acri come Macondo ne è il fulcro: non visionario, però poetico nell'intreccio familiare e linguistico, concreto nell'esposizione scrupolosa della sua storia politica. L'idioma calabrese è poesia del linguaggio familiare, così come dei poeti "laureati opportunamente evocati"; dà tono, coloritura alle pagine. Tutto dell'autore mi appassione per la sincerità del racconto: la sua filosofia esistenziale "la vita va a capo" , i suoi brevi bellissimi versi, la potente rievocazione dei cambiamenti epocali, quali il braciere nella notte di gennaio, lo studiare sacrificato per cui la madre lo accomuna a Leopardi e ancora il ricordo della canzone d'amore per Anna, futura moglie, invidiabile incontro amoroso progettuale. Qui il suo sguardo sempre generoso trasmigra dal personale al sociale e bauli e doti aprono a denuncia delle condizioni estreme dei lavoratori. La "vita umana, i valori umani" la scelta degli studi di medicina è soprattutto ideologia sorretta da referenti di alto profilo e da affetti solidissimi. La meridionalità, l'essere di Calabria (categoria morale e sacra) accende la narrazione. Gratificazioni e delusioni raccontate con schiettezza e con il necessazio distacco.L'amicizia una vocazione, come la politica (anche se spesso deludono). Sola, la poesia sorella della miseria (ma su questa vittoriosa) ci potrà salvare. Così leggo e faccio mia questa chiosa.
Il romanzo breve di Massimo Conocchia "Voglia di emergere" è di lettura interessante ed estremamente piacevole. La narrazione della sua giovinezza trascorsa nella Calabria degli anni 60 è ancora estremamente attuale: a questa si contrappone la forte capacità e la grande forza di volontà di emergere per affrancarsi da un passato povero ma dignitoso. Tra mille difficoltà egli troverà la via per arrivare alle conquiste di carattere economico, famigliare e sociale che competono alla sua intelligenza, sensibilità e grande calore umano. E' uno spaccato di vita affascinante, la cui scrittura in stile chiaro e conciso offre un attualissima visione della odierna società, per alcuni versi ancora divisa tra Nord e Sud.
Si tratta di un libro che attraverso la sintesi autobiografica dell'autore, un medico cardiochirurgo che dalla nativa Calabria si è trasferito in Piemonte per motivi di lavoro, ripercorre il tema sempre attuale della condizione di "emigrante" traslata dal recente passato ai nostri giorni. Attraverso il racconto della sua vita familiare, professionale e politica pone l'accento sui mai risolti problemi del sud nell'infinito confronto con il nord che, sebbene nel nostro tempo, sembrano essere sempre gli stessi e sempre di ardua soluzione. Scritto in maniera semplice scorre velocemente tra aneddoti simpatici, a volte caricaturali, e momenti di coinvolgente spiritualità, sempre tenendo al centro del discorso il fatto che la strada da percorrere per emergere non è, purtroppo, la stessa per tutti.
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