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Mi tocca riscrivere la recensione, perché la prima volta è andata buca (spero non la pubblichino due volte). Dicevo che è un libro molto interessante, che in Italia può portare un soffio di novità nella stitichezza di una poesia che in questi ultimi anni ha osato poco. Questa poetessa - che non avevo mai sentito nominare: grazie Anto per il regalo! - è nutrita di psicanalisi e grandi autori (penso al premio nobel Saint-John Perse, ad esempio) e si lancia in una specie di affondamento o sfondamento dell'io lirico, in direzione mistica (anche se laica). Il risultato è di grandissima forza espressiva (con qualche cedimento, qua e là, a un tono profetico, in salsa femminista) e di vera vitalità umorale. Credo davvero valga la pena di leggere e meditare quest'autrice (morta da poco e che a quanto pare ha anche scritto importanti romanzi) per chi cerca una forza poetica trascinante
Consigliatomi da un'amico carissimo: mi ci sono immersa, come in una specie di mare in tempesta, con momenti di pace, onde più grandi, poi tuffi nel fondo di se. Definita scrittrice femminista, a me sembra davvero qualcosa di più: psicanalisi, scavo di se, tempeste interiori, tutto con una musicalità, un maremoto di versi impensabile (credo) in Italia. Continuerò a consigliarlo intorno a me.
***************** Monique Laederach (1938-2004) è stata una delle grandi voci della letteratura femminile novecentesca, nella Svizzera di lingua francese. Oltre a un'importante produzione romanzesca (La femme séparée, 1982: Je n'ai pas dansé dans l'île, 2000), ha lasciato un'intensa e personalissima opera poetica (oggi raccolta in Poésie complète, 2002), di cui Voci sparse d'ombra (Si vivre est tel, 1998) e il punto piu alto e incandescente: un viaggio nell'intimo dell'infanzia ferita, alla ricerca di un nuovo convivio per il «popolo senza voce» delle donne.
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