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Il dio del suono Se il protagonista de 'Il profumo' di Süskind ci aveva iniziato alla fantasmagorìa dei sensi, come un Grenouille dell'udito, la trascendente creatura immaginata da Schneider ne è la degna precorritrice. È una storia che ha, fra magia, misticismo, superstizione, istinto e ostinazione montanara, un aspro ma permeante gusto rustico e antico. Ed è anche una storia d'amore: "Chissà cosa vanno cercando gli uomini! Passano da un'amante all'altra e non sanno che Dio gli ha assegnato dall'eternità una persona, una sola: quella il cui cuore batte all'unisono con il loro. Non hanno la fede e la pazienza di aspettare che Dio stesso gli mostri il tempo e l'ora! " L'eccezionale talento del musicus Elias Alder e il potere della sua 'vox angelica' e diabolica allo stesso tempo, a cui (Schneider non ne fa mistero fin dall'inizio), giustizia e merito non verranno mai pienamente resi, ti trasportano in una dimensione onirica, ipnotica, a tratti delirante, ma con un piede saldamente ancorato alla terra dura, in cui la fascinazione musicale raggiunge picchi sovrumani: "Suonava già da più di mezz'ora e non se ne vedeva la fine. Ma da quel caos oscuro e senza fondo emersero a poco a poco voci più concilianti. Le melodie si susseguivano l'una all'altra, ora infine morbide e profumate come l'erba mossa dal vento di aprile. E a queste melodie ne seguirono altre [...] Ne nacque allora una danza, un effimero andirivieni di sempre nuove idee musicali. La musica cambiò in un ritmo dispari, ritornò al punto di partenza e cambiò ancora. E la leggerezza di queste voci incalzanti lasciava intendere che Elias non parlava più di questo mondo. L'uomo era risorto dal caos, il peso della terra non lo trascinava più verso il basso." Lettura facile da amare.
Capolavoro di semplicità e sensibilità. Personaggi e ambiente rimangono dentro per molto tempo dopo aver letto il libro.
Scelto per caso sullo scaffale della biblioteca comunale l'ho letto in un fiato, impossibile lasciare Elias e i suoi compaesani senza essere arrivato all'epilogo, romanzo di stampo romantico, mentre le vicende del paese di Eschberg e dei suoi abitanti mi ricordano i temi dei quadri di Hieronymus Bosch. In certe enclavi, non solo austriache ma anche italiane, infrattate in valli anguste o poste su declivi remoti chiusi in sè stessi, le vicende così ben narrate da R. S. non sono state nei secoli scorsi così inconsuete come possono apparire ai nostri occhi di donne e uomini del XXI° secolo. Rapporti incestuosi - e le conseguenze genetiche - o figli del parroco non erano eventi rari. Pagine forti, dal ritmo incalzante, pagine delicate pervase da poesia e amore, pagine di ribellione a Dio e al destino. Bello e da leggere.
Recensioni
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