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La storia si legge bene, con un meccanismo narrativo che cattura il lettore ed uno stile diaristico che soltanto nel capitolo finale si congela nel suggello d'una fredda relazione clinica. Tre vertici d'osservazione, dunque: due soggettivi nelle annotazioni diaristiche del sig. Tosi (che tali possono considerarsi per quanto narrate in terza persona), sfrontato cultore del libertinaggio, e in quelle più dolenti di Angela Catena, la piccola dormiente che,con queste note irregolari e spezzate rivela di possedere segreti, aspirazioni e desideri che - per via di incontri sbagliati e a causa dell'esposizione al miraggio degli idoli e delle false mete mediatiche (come "poter diventare una velina"), imboccano percorsi perdenti sino alla distruzione (che è già cominciata ben prima, quando ha accettato - per soldi facili - di essere una "dormiente", passiva, immobile, privata di volto e di storia. Tosi, abituato a possedere tutto con il potere dei soldi, si perde nella contemplazione della dormiente che, non interagendo, diventa una sorta di specchio vuoto nel quale proiettare (e far rivivere)i suoi ricordi (sessuali), le sue perversioni, i suoi desideri.Nello stesso tempo, lui, così abituato a possedere e dominare, si ritrova spiazzato, perchè quella dormiente non potrà mai possederla e farla sua in quei termini monocordi e consuetudinari che conosce (il sesso come dominio ed umiliazione dell'altro): quel tanto di inattingibile nel corpo della dormiente, è sufficiente a gettare nella mente di Tosi il germe di un'ossessione che avrà esiti letali. Angela, invece, nel suo diario, ci viene restituita con tutte le sue inquietudini adolescenziali e con quei desideri che, in assenza di una guida certa, inboccano un percorso anch'esso pericoloso e, alla lunga, distruttivo. Il bel romanzo d'esordio di Carmen Scotti, pur avendo un suo percorso assolutamente originale, si rifà esplicitamente a "La casa delle addormentate" di Yasunari Kawabata, ma anche - quanto a struttura narrativa - al "Il Collezionista" di J. Fowles.
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