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Vivi e Vegeta è qualcosa di unico, qualcosa che nasce come webcomic nel lontano 2014 sulla piattaforma Verticalismi e arriva oggi in libreria grazie a Bao Publishing, qui troverete raccolti i dieci capitoli della serie nell’attesa ovviamente di un seguito. Vivi e Vegeta viene definito un noir vegetariano, con una spolverata di pulp e qualche accenno western che non guasta mai, vi vedo già sorridere all’idea di piante e fiori antropomorfi, ma qui non si scherza per niente. L’ambientazione è cupa e fredda, la pioggia battente che non accenna a diminuire ci conduce nel distretto dei fiori, dove facciamo la conoscenza di Carl, un cactus appena arrivato in città. Carl è una pianta e si trova qui per uno scopo preciso: ritrovare la sua ragazza, Nora, un giovane reporter recatasi nel distretto per un’inchiesta. Nel distretto Carl dovrà fare i conti non solo con gli sguardi d’odio dei fiori ma anche con il Sole, quando le nuvole di diradano ecco spuntare i girasoli, due fratelli che sfruttano la luce per rapire gli abitanti. Dove li conducono? Perché nessuno di essi fa più ritorno? Come mai la furia dei girasoli si blocca appena scorgono la presenza di Carl? Queste e tante altre domande frullano nella testa dei fiori, inermi di fronte alla prepotenza dei due fratelli, eppure c’è chi tra di loro vuole mettere la parola fine ai soprusi e andare in fondo a questa spinosa questione.
Vivi e Vegeta è un lavoro a quattro, e più, mani, la storia è di Francesco Savino appassionato di fumetti dalla nascita che scrive per case editrici come Star Comics, Aurea e BD, nel 2014 scrive La Banda dell’elefante Rosa edito da Giunti. Le suggestive tavole sono invece di Stefano Simeone, illustratore e fumettista che tra le sue collaborazioni vanta The Walt Disney Company, Panini Comics, Dynamite, Piemme, Aurea e molte altre, esordisce nel 2013 con Semplice (Tunué) che vince il premio Romics come miglior libro italiano e il premio Boscarato come Autore Rivelazione. In seguito per Bao pubblica Ogni piccolo pezzo e Diociottovoltevirgolatre (il tonno, la tigre, il tempo).
Due artisti che con un’idea fuori dagli schemi sono riusciti a creare qualcosa di unico, di cui il web sentiva la necessità, infatti vincono il Premio Micheluzzi 2016 come Miglior Webcomic. Nel volume cartaceo di Vivi e Vegeta troverete i primi dieci capitoli della serie con una storia extra alla fine disegnata da Nicoletta Baldari. La storia è resa unica dalla forte caratterizzazione dei personaggi, in un attimo ci si dimentica completamente che siamo di fronte a piante e fiori antropomorfi, alcune battute strappano involontariamente un sorriso per il quale ci si sente subito in colpa vista la tensione presente nella scena. Nonostante la scelta curiosa dei personaggi è importante ricordare che è un fumetto in cui non si scherza, poco indicato per i bambini e tanto consigliato agli adulti. Il protagonista, Carl, è il classico “buono”, l’eroe, l’essere speciale che tutti stavano aspettando per sistemare le cose, anche lui a poco a poco si convince della sua condizione, alla fine però capirà che i veri eroi sono quelli che ogni giorno combattono una guerra più grande di loro, sacrificando prima di tutto loro stessi. Gli altri personaggi floreali sono una viola del pensiero, una margherita ferita dall’amore, un tulipano oppiomane che nasconde le sue ferite, vi risulterà veramente difficile non riconoscervi in uno di loro, sia nei pregi che nei difetti. I veri antagonisti invisibili della storia siamo noi, gli esseri umani, che decisi a seguire un’alimentazione vegana mettono a rischio l’intero ecosistema vegetale, ma c’è una pianta (che non vi riveliamo) che sia allea con loro, e per loro, prepara succulenti ricette a base di fiori. Ad alimentare la tensione e la tipica atmosfera noir ci sono le tavole di Stefano, i colori qui giocano un ruolo cruciale per la narrazione grazie a un esemplare gioco di contrasti ci permettono di capire in un secondo le emozioni di quel momento. I toni caldi e luminosi ci danno subito una sensazione di allarmismo, mentre quelli freddi e cupi ci fanno sentire al sicuro, perché è quando smette di piovere che bisogna iniziare a preoccuparsi. I fiori e le piante antropomorfe sono obiettivamente stupende, c’è poco da dire, i giri di parole sono inutili; gli aspetti tipici dei fiori sono immediatamente riconoscibili e inseriti perfettamente in una connotazione umana.
La narrazione scorre veloce, passare da un capitolo a un altro è inevitabile, non riuscirete a staccarvi da questo volume senza prima aver visto il finale, un finale caldo, che lascia molte domande in sospeso di cui spero vedremo presto le risposte. Vivi e Vegeta è un fumetto di cui si sentiva veramente il bisogno, non solo perché riporta alla luce un genere sempre più accantonato ma perché con la sua continua pioggia battente ci ricorda che non dobbiamo nasconderci rimanendo inermi di fronte ai soprusi, è giusto fare i conti con il nostro passato per provare a creare un futuro migliore.
Recensione di Francesca Magni.
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