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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
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Un appassionante viaggio letterario e umano attraverso l'ispirazione, le ossessioni e le passioni che abitano l'opera di un grande scrittore.
«Una volta Nabokov disse che divideva la letteratura in due categorie: i libri che avrebbe voluto scrivere lui e i libri che ha scritto davvero. Nella prima categoria io ci metto i libri di Paul Auster». - Umberto Eco
Ogni libro per Paul Auster possiede una sua musica segreta la cui partitura affiora insieme alle parole. Ma di chi sono le dita che muovono i tasti da cui la musica si sprigiona? Nessuno può dire da dove arrivi un libro, e può dirlo meno di tutti il suo autore. Scrive così Paul Auster in Leviatano, ed è ancora convinto che sia la verità. E infatti quando lui e I. B. Siegumfeldt s'incontrano la prima volta, sembra scettico all'idea di concederle una lunga intervista che ripercorra l'intera sua carriera. Ma, come è noto quando si tratta di Auster, la verità ha molte sfumature, e così alla fine decide che forse è giunto il momento di parlare della propria arte, e apre alla sua interlocutrice le porte della sua casa e della sua immaginazione. È l'inizio di due anni d'interviste, che ci restituiscono una biografia costruita libro su libro eppure piena di vita.Indice
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Un libro per appassionati dell’autore, senza dubbio, dato che il “dialogo” del titolo non è certo una di quelle classiche interviste che costellano, a intervalli regolari, riviste o quotidiani, quanto più una sorta di lunga analisi (quale potrebbe impostare solo una docente universitaria), volume dopo volume, su praticamente tutte le opere di Auster: dai primi scritti autobiografici come “L’invenzione della solitudine” e “Sbarcare il lunario” fino ai suoi romanzi più recenti. Mancano all’appello, di fatto, solo le poesie e le sceneggiature cinematografiche (che comunque vengono citate a più riprese) e – questo sì, lo ammetto, è stato un grosso disappunto – “4321” (ma per colpa o negligenza di nessuno: l'intervista è stata fatta finché era ancora in corso d’opera). Paul Auster, del resto, si conferma, oltre che un grandissimo romanziere, anche e soprattutto un “artista”, distante come non mai dall’eccesso di analisi e di cerebralismo: non tutti i perché dell’interlocutrice ricevono una risposta e forse molti di nuovi ne vengono sollevati; ma resta pur sempre un piacere ripercorrere assieme a lui oltre settant’anni di vita e quaranta (ammirabili, meravigliosi) di scrittura. Per chiunque ami i suoi libri, in definitiva, un acquisto sicuramente consigliato.
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