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Una traduzione accurata, arricchita con l'indicazione delle fonti e della bibliografia: il lavoro compiuto con tanto scrupolo e amore da Luciana Olianas è pregevole da diversi punti di vista. Nell'ambito della storia locale, esso mette a disposizione dei lettori di Gergei la testimonianza di vita di un figlio della loro comunità di quattro secoli or sono, quando i paesi di tutta la Sardegna erano comunità più chiuse, ma appunto perciò più raccolte e tendenti all'essenziale, mentre la capitale, Casteddu, cioè Cagliari, era il ponte obbligato verso la sede del potere, la grande Spagna dominatrice dell'isola. Questo libro quindi è un'altra tessera del vasto mosaico della società mediterranea del Seicento, epoca di luci e di ombre, che mentre generava censure ed inquisizioni era però fertile di intenso approfondimento nella direzione evangelizzatrice e nella direzione mistica della sensibilità del cristianesimo. Nella sua breve vita (morì a soli trentadue anni) Pietro Nolasco Perra, figlio di Sardegna trapiantato a Valencia, pur nel suo sforzo di non apparire e nel suo impegno di umiltà assoluta, ha testimoniato entrambi questi aspetti. Citiamo per esempio dalle pagine 93-94: Amato e desiderato da tutti...tutti si rallegravano, andandogli incontro con grande gioia ad accoglierlo, baciargli le mani e domandargli del suo stato di salute, perché era un uomo magro e malaticcio....ed egli pregava per loro con quella umiltà da Servo di Dio di cui era solito, pur riconoscendosi un grande peccatore...tutti lo ricambiavano compensando la stessa carità che aveva avuto per loro; era molto amato e cercato da tutti per il grande conforto che offriva...ma lui si appartava il più possibile, per mantenere il raccoglimento della sua cella e del suo convento, salvo quando era necessario e la obbedienza glielo imponeva. Se lo confrontiamo con la religiosità di oggi, possiamo certo sentirci lontani dal rigore di quella personalità: quei digiuni, quelle privazioni, quella svalutazione del corpo vissuta anche a rischio della salute oggi
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