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Il romanzo " La vita degli altri" di Ovejero si frantuma in una carrellata di squallidi personaggi, prodotti dalla nostra società, ormai alla deriva, che finiscono con il disturbare il lettore con il loro insito nichilismo. Mi chiedo che senso ha una letteratura che invece di elevare l'uomo, santifica il suo apsetto più bestiale?
Recensioni
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Una Bruxelles insolita, lontana dai palazzi della politica e fatta di quartieri difformi, socialmente stratificati, multietnici, tutti avvolti da un torpore freddo e provinciale, insomma, un centro nevralgico internazionale che sembra più una periferia implosa, una città sventrata dal suo destino burocratico e piena di scheletri negli armadi. Lì Daniel, un giovane fallito e marginale pur essendo europeo, apatico e mezzo alcolizzato, dà una mano all'amico rigattiere Claude, anche lui della stessa pasta, svuotando appartamenti di defunti, il che lo porta a riflettere sullo strano caos residuale da robivecchi che resta delle vite degli altri, sulle quali fantastica. Un giorno trova per caso una foto che ritrae un gruppo di colonizzatori del Congo belga intenti a festeggiare una battuta di caccia agli indigeni che non pagavano i tributi, con in bella vista un grappolo di mani mozzate per punizione. Riconosce nella foto il nonno di Lebeaux, un cinico magnate della finanza con moglie giovanissima e affari al limite della legalità (specie in Africa: armi, legnami, diamanti). Concepisce così l'idea di un ricatto con mezzi casalinghi, coinvolgendo anche la sorella Chantal, esausta madre single con precedenti penali, e cercando una pistola tramite lo zoppo Kasongo, congolese ex picchiatore di Mobutu. Il gruppetto di esclusi sogna una rivincita che li faccia uscire dallo squallore del bar. Gli andrà ovviamente male, e per giunta ad approfittarne sarà il personaggio più antipatico e perfetto: il lento e calcolatore Degand, braccio destro di Lebeaux, astuto azzeccagarbugli d'alto bordo, maniacale nell'eleganza, rispettoso fino al servilismo.
José Ovejero, classe 1958, ha già al suo attivo in Italia vari titoli presso Voland: il romanzo Nostalgia dell'eroe e le raccolte di racconti Come sono strani gli uomini e Donne che viaggiano da sole. Qui sfoggia una prosa incisiva e personaggi credibili, poco inclini agli stereotipi del noir. Ma il pregio maggiore del libro è la costruzione sapiente, una coralità per alternanza dove ogni capitolo è narrato per focalizzazione interna su un diverso personaggio. Tutto s'incastra, ma pochi conti tornano. "La vita degli altri" è quella che ciascuno vede dalla propria limitata prospettiva, senza capirci granché. Danilo Manera
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