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Recensioni La vita è un cicles

La vita è un cicles di Margherita Oggero
Recensioni: 3/5
In una girandola di irresistibili colpi di scena e con la sua scrittura densa di humour nero, la straordinaria Margherita Oggero ci regala un giallo dal ritmo serrato in cui come sempre Torino, e non solo i suoi abitanti, ha un ruolo da assoluta protagonista.

Aspetto il soffio della sua voce che non arriva, poi porto il braccio sinistro dietro la schiena con la mano aperta e nella mano si deposita un bigliettino. Lo apro sotto il ripiano del banco con mille cautele – il cuore che continua a pompare troppo, non per timore di essere coperto ma per l’emozione – e invece di quello che penso, ci trovo, nella sua bella grafia magra e puntuta, una massima, un aforisma, forse una presa in giro: La vita è un cicles. Un cicles, cioè gomma da masticare cioè chewing-gum?

In una gelida mattina d'inverno, nel retro dell'Acapulco's, uno dei peggiori bar di Torino, viene ritrovato un morto ammazzato. Chi è? Ma soprattutto, chi l'ha fatto fuori, e perché? Massimo, giovane laureato in Lettere che per sbarcare il lunario prepara panini e scongela brioches precotte, non sa nulla di quel cadavere con la faccia spappolata, così come sembra non saperne niente neppure Gervaso detto Gerry, il figlio del padrone del bar, un ragazzotto non proprio sveglio, più interessato a conquistare la bella Sabrina che a fare fatica dietro al bancone... A dirigere le indagini con la sua squadra c'è il commissario Gianmarco Martinetto, un poliziotto dal carattere ruvido e apparentemente scostante come la sua città, che deve rimboccarsi le maniche per risolvere questo intricato caso in cui le piste investigative si confondono e si sovrappongono. Dietro l'omicidio c'è forse la mano di una misteriosa mafia veneta che ha il controllo della periferia torinese? Oppure è uno spietato regolamento di conti per una faccenda di droga, o prostituzione? E chi è veramente Gilda, femme fatale che fa perdere la testa a Massimo, bravo ragazzo più a suo agio con le versioni di latino che con i sentimenti? In una girandola di irresistibili colpi di scena e con la sua scrittura densa di humour nero, la straordinaria Margherita Oggero ci regala un giallo dal ritmo serrato in cui come sempre Torino, e non solo i suoi abitanti, ha un ruolo da assoluta protagonista: la Torino delle periferie, della clandestinità, del degrado, della convivenza difficile, dimenticata dalla politica ma teatro di grandissima e mai sopita vitalità. )
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