L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (1)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Questo è appunto l'orizzonte dentro il quale si svolgono l'ascesa e la caduta di Riccardo Joanna, personaggio dietro cui non è difficile riconoscere la stessa Serao. Redazioni affollate di giornalisti e collaboratori sempre in attesa di pagamenti, e talmente esasperati da rifiutarsi spesso di consegnare i pezzi impedendo l'uscita del numero. Direttori più occupati a frequentare caffè, foyer di teatri, ristoranti di lusso e salotti di dame che a maneggiare il menabò. Ricerche affannose del mecenate di turno a cui offrire la testata (e i suoi debiti) per far pressioni sulla politica, anche a costo di capovolgerne da un giorno all'altro la rotta editoriale. E, soprattutto, giornali partigiani, furibondi, sprezzanti dell'avversario, riempiti di articoli velenosi, insinuanti, quasi sempre firmati con pseudonimi. Insomma, il contrario del modo di fare i giornali che si insegna nel mondo anglosassone (dove però non è che sia tutto da imitare) e nelle scuole di giornalismo. È azzardato far paragoni col Maupassant di Bel Ami, che sta molte spanne più in su, ma anche qui c'è qualcosa che lascia il segno. Per esempio la pennellata sui giornalisti «con la loro aria liturgica, di sacerdoti che pontificano», e che però in redazione non si vedono mai. O la ricetta di Joanna: «il pubblico ama una speciale bruttezza, una speciale volgarità. Chi la indovina, quello è bravo...». E la sua idea sulla reputazione dei politici, «fatta di aggettivi nostri, di false notizie nostre». E ancora, la sulfurea descrizione di un'epoca che potrebbe essere anche l'attuale: «gli uomini volgari, arsi dalla sete del potere, si ostinavano sempre, si moltiplicavano, creavano interessi, si organizzavano con la potenza degli esseri mediocri».
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore