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Qual è la verità? Domanda sbagliata. La verità non è mai solo singolare, ma di certo è femminile.
«Questo libro è senz'altro un bell'esempio di sorellanza, svela come una regione non possa essere raccontata da una persona sola ma da un mosaico di sguardi, e come quegli sguardi, se sono femminili, non possano che parlarsi tra loro, seguendo insieme il filo rosso dei simboli, dalle triscele, ovvero l'antica raffigurazione dell'isola, fino alle storie di ninfe e di dee, di principesse e creature mostruose, passando per la nomenclatura, il gesto da cui si snoda il senso che diamo ai luoghi» – Nadia Terranova, Robinson
Le protagoniste di questi venti racconti, stanche di essere spesso dimenticate o travisate, prendono la parola per narrare loro la storia e spiegare al lettore la propria versione dei fatti. Alcune abitano sull'Isola dai tempi del mito, altre sono partite per poi ritornare, altre ancora sono arrivate in epoche più moderne, fino a giungere agli albori del Novecento. Sono dee, artiste, nobildonne, talvolta sante, ma anche rivoluzionarie, eretiche, scienziate. In una parola, donne. E non aspettano altro che essere ascoltate. Il volume - che è il risultato dell'intreccio di queste singole voci, scelte e filtrate dalla scrittura dell'autrice - diventa così plurale. Come la parola virità, femminile singolare-plurale.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Donne siciliane, ma che superano i confini regionali e linguistici e diventano archetipo del femminile a partire dalle dee e dalle ninfe, per passare alle sante, alle principesse e alle titolate, approdando alle streghe, alle maghe, alle medichesse alle letterate e alle studiose (chissà quanti nomi femminili nel mondo delle arti e delle scienze ci sarebbero state se alle donne fosse stato concesso il diritto di studiare, si chiede l’autrice facendo proprio il pensiero comune di tante tra noi). Le protagoniste dei venti racconti, donne messe al bando, criticate, uccise, solo perché portatrici di pensieri divergenti dal sentire comune, sono stanche di essere state dimenticate, così le immagina Sciacca, e allora si raccontano immaginandole nel momento topico della loro esistenza e lo fanno per dare finalmente voce alle verità affinché queste vengano finalmente ascoltate e si renda loro giustizia, restituendo la dignità persa a causa del maschilismo imperante. Potente e incisivo il linguaggio usato che rende questo libro un dono prezioso.
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