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Recensioni Vicolo dell'immaginario

Vicolo dell'immaginario di Simona Baldelli
Recensioni: 5/5
Baldelli reinventa con naturalezza e scrittura formidabili le atmosfere del realismo magico, racconta lo scontro tra la paura e la passione, tra i desideri e lo smarrimento della fine di un’epoca, e sancisce il primato della fantasia e della letteratura come materia e fondamento di ogni gesto quotidiano.

«Un romanzo delicato in cui le vite di Amalia e Clelia si alternano in un racconto di realismo magico, nell'Italia degli anni '60 fino a Piazza Fontana e nella Lisbona degli anni '70» - Barbara Ardù, Robinson

Clelia è una ragazza di poco più di vent’anni, vive in un paesino della Bassa, in provincia di Reggio Emilia e lavora in una fabbrica di giostre. In questo modo sostiene la famiglia, una madre vedova, incattivita col mondo, che non perde occasione per incolparla di tutto, e la sorella Marisa, affetta da poliomielite. La giovane ha però una vita laterale, un punto di osservazione tutto suo dal quale si immerge nei sentimenti, nelle opportunità, nei grandi cambiamenti che avvengono alla fine degli anni ’50, e poi le prime rivendicazioni sociali degli anni ’60 col presagio di un periodo più buio e conflittuale. Un amore perduto la porterà ad abbandonare l’Italia, a voltare pagina e a inventarsi una nuova vita, diventando Amalia. Amalia giunge a Lisbona all’inizio degli anni ’70 cercando di capire il perché di una piccola e nitida ombra nera che l’accompagna da qualche tempo. Per sopravvivere si prende cura di una signora anziana, Francisca Josefa, ammalata d’amore, che attende l’arrivo della nebbia che sale dal fiume Tago accompagnando il ritorno di Sebastiano I, il re condottiero scomparso in battaglia alla fine del XVI secolo. Nei ritagli di tempo Amalia cuce abiti e alla sera lavora nella trattoria di Tia Marga, nel Beco do Imaginário, il vicolo dell’immaginario, che l’accoglie nella sua particolare comunità. Lì incontra Antonio, un ragazzo che porta sempre un garofano all’occhiello, e i suoi amici, studenti universitari appassionati di letteratura e di politica. Nella trattoria si consuma un’attesa legata alla leggenda delle anime del fiume che si mischiano ai viventi nelle notti in cui la bruma scende a coprire strade e case. Tornano per cenare e discutere, per affrontare rimorsi e rimpianti. )
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