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Scritte nel 1766, le 'Letters through France and Italy' dello scrittore scozzese Tobias George Smollett, sono l'espressione massima di quello che Sterne chiamerà nel 'Sentimental Journey' 'splenetic traveller', cioè quel tipo di viaggiatore lamentoso e brontolone, sempre pronto a fare confronti col proprio paese, al quale si potrebbe veramente dire 'cosa ci sei venuto a fare in Italia?'. Il viaggio di Smollett è occasionato dalla necessità: egli deve riprendersi dalla morte della figlia e fuggire dall'Inghilterra, sperando di trovare in Italia un clima migliore, anche per le sue condizioni di asmatico e di ammalato ai polmoni. Tuttavia, il suo stato di salute e il suo 'spleen', come direbbe Baudelaire, lo spingono a vedere tutto grigio, a non apprezzare le (tante) bellezze architettoniche e artistiche del 'Belpaese'. Un'opera personale, soggettiva, in cui emergono i pregiudizi (giustificati in certi casi) verso di noi, oltre alla chiusura totale verso l'alterità, un'opera in cui l'autore porta nel cuore la sua Inghilterra,'land of liberty, cleanliness and convenience'(e come non dargli torto?)
Recensioni
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È davvero un esordio felice questo della casa editrice Nutrimenti, che ci offre un piccolo libro di grande interesse: il resoconto in forma epistolare del viaggio in Italia compiuto nel 1765 dallo scozzese Tobias Smollett, singolare personaggio di drammaturgo fallito, e poi ufficiale medico, giornalista e romanziere. Impopolare nell'ambiente letterario per l'asprezza dei giudizi su persone e aspetti della società inglese, Smollett racconta con lo stesso spirito acre le sue esperienze di viaggio in Italia, consegnandoci un panorama di albergatori imbroglioni, di funzionari inetti, di aristocratici pretenziosi e gretti. Certo, la sua visione è viziata dal pregiudizio anticattolico, sempre mescolato all'ammirazione per la grande arte antica. Bisogna però riconoscere che l'autore è un osservatore attento e colto, che la sua passione per l'arte è profonda e ben documentata, e soprattutto che la sua curiosità di viaggiatore si rivolge tutt'intorno, ad aspetti della realtà quotidiana normalmente trascurati dai suoi connazionali che con il viaggio in Italia compiono semplicemente un rito sociale. Smollett osserva i tipi di coltivazione nella campagna toscana, la desolazione dell'Agro pontino, a Roma commenta il sistema fognario, il numero dei negozi e dei mercati, la scarsa circolazione monetaria, lo stato dei parchi. La competenza di medico gli suggerisce notazioni interessanti sull'alimentazione e sull'igiene (si scaglia violentemente contro l'uso di fasciare strettamente i neonati). Insomma, il collerico scrittore è un viaggiatore nel senso moderno del termine. Peccato che il suo giudizio sugli Italiani sia senza appello: fra tutti i popoli che ha incontrato sono " i più scelleratamente avidi".
Franca Cavallarin
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