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Carino, solo carino. Pressochè inutile per avere consigli di viaggio: appena una foto molto sfocata di luoghi appena sfiorati dall'autore
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“Mio caro, forse non sarai dove ti aspettavi, ma sicuro si tratta del posto dove dovevi essere”. Si apre così, con una bellissima citazione di Kurt Vonnegut, questo libro di Sandro Veronesi. E subito ci si lascia pervadere dalle suggestioni, a immedesimarsi nei panni di uno scrittore viaggiatore per scelta e per necessità, di sua moglie Manuela, che spesso lo accompagna e in certi casi degli altri membri della sua famiglia, cane compreso. Oltre e aldilà delle suggestioni ispirate dalla parola scritta, lungo le pagine di questo libro scorre un filo, un tratto disegnato dalla penna dell’illustratrice Amanda Paganini, che lega insieme momenti diversi di un tortuoso percorso a ostacoli.
Eppure non si può dire che questo sia un libro di viaggio, almeno non nel senso classico del termine. Non troverete descrizioni di Paesi sconosciuti e letture antropologiche dei popoli, non scoprirete luoghi ignoti e non verranno rivelati scenari immaginati. Nessuna avventura e nessuna sorpresa improvvisa lungo un sentiero. Qui troverete il diario di uno scrittore che, dalla sua posizione privilegiata, osserva e annota semplicemente quello che vede: un ristorante, l’etichetta di un vino, un borgo medioevale in Francia o un fiume profondo del Perù.
Sono “viaggi e viaggetti”, appunto, spesso solo degli spostamenti, racconti nati in alcuni casi grazie alla collaborazione con la rivista Traveller, con cui l’autore intrattiene un sodalizio da alcuni anni, altri completamente inediti, fino a “Trentino inventato”, che è una vera e propria chicca per i suoi lettori, perché è una sorta di ritorno immaginario nei luoghi in cui è ambientato il romanzo XY del 2010.
Il primo viaggio, in Perù, come dice Sandro Veronesi, è un “viaggio di lutto” perché arriva proprio nei giorni successivi alla morte di sua madre, in occasione della Fiera del libro di Lima. Continuando con la citazione di Vonnegut riportata nelle prime pagine, “le proposte di viaggi strani sono lezioni di danza di Dio” e Lima è davvero il posto giusto per lasciare un po’ di zavorra a terra e iniziare a volteggiare nella danza. È sontuosa e decadente, come Londra, per la sua architettura e il suo clima, soprattutto per la sua incessante pioggerellina, la garúa, descritta meravigliosamente da Mario Vargas Llosa. Lasciare la città per inerpicarsi sino al Machu Picchu è un’avventura che dura qualche giorno, il ritorno nelle strade familiari di Miraflores un risarcimento meritato dopo le pendenze estreme della cordigliera delle Ande.
Il viaggio successivo, negli Stati Uniti, sempre con la moglie Manuela, è ancora una volta un viaggio mitico e risarcitorio, perché a un anno di distanza dalla morte di sua madre, l’autore perderà anche suo padre. Questa volta il viaggio è più lungo: Chicago, Key West e poi il Golfo del Messico fino a New Orleans. La prima notte a Chicago è la prima notte passata senza piangere, il giorno dopo solo grattacieli e vuoto lusso megalomane americano, tra le architetture di Mies van der Roe e Frank Lloyd Wright. Quella di Veronesi è un’America che “riesce sempre a persuadere se stessa (e una buona parte del mondo) a credere alle proprie menzogne”. Una missione che tiene insieme tutto il suo tessuto sociale.
Continua così, con fare altalenante tra lunghe soste in luoghi paradisiaci e brevi spostamenti in città piene di fascino, un libro in cui tutto, anche la mestizia di certi luoghi, è a suo modo commovente. La descrizione di come potrebbe essere e non è, nel momento in cui l’attraversa rapidamente, la città di Marsiglia, è un gioiello incastonato tra il racconto dedicato a Santiago de Compostela e quello dedicato a Londra, così come ci colpiscono le dettagliate descrizioni di palazzi e monumenti di uno scrittore che, scopriamo, è laureato proprio in architettura.
Un diario di racconti lunghi e brevi, da spigolare magari distrattamente, per confermare una sensazione che ci è rimasta dopo un nostro viaggio e che non abbiamo saputo esprimere, o per cercare l’indirizzo di un hotel davvero speciale dove trascorrere le nostre prossime vacanze, o solo immaginare di farlo.
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