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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2006
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Ho acquistato questo libro perchè ho vissuto a Urbino per studio, ed ero curioso di leggere un giallo ambientato in questa splendida cittadina, ma mi ha deluso. Tra i pochi aspetti positivi posso indicare un buono stile narrativo e un'ottima descrizione dei luoghi e della vita sociale di Urbino, che denotano un'ottima conoscenza dell'ambientazione da parte dell'autore. Ma i fattori negativi sono maggiori: una trama che già dopo pochi capitoli risulta forzata, piena di eventi incoerenti e coincidenze assurde. Inoltre la struttura narrativa è confusa, cronologicamente disordinata, poichè non si capisce mai la distinzione tra i numerosi flashback e gli eventi che accadono in tempo reale, il lettore fa fatica a capire in quale preciso momento dello svolgimento della storia si trova. L'idea di base è buona, ma è stata davvero sviluppata male. Sconsigliato.
Avrei dovuto ascoltare i consigli di quanti mi mettevano in guardia dalla lettura di questo mal compilato racconto. Cattivo gusto e superficialità la fanno da padrone! Invito coloro che abbiano letto il libro a visitare i luoghi descritti, a conoscere gli urbinati... converranno con me sulla totale inconsistenza delle parole di Picca.
Per sintetizzare il giudizio su questo romanzo non riesco a trovare altri aggettivi oltre ad "orribile". L'intreccio è assurdo e sfiora spesso il ridicolo. La caratterizzazione psicologica dei personaggi è di una supeficialità sconcertante. Concordo con il precedente commento di Ant sul fatto che lo pseudo investigatore Vittorio Macrì è talmente insulso da far venir voglia di commettere reati. Quanto ai riferimenti sulla storia locale, ho trovato solo illazioni senza alcun fondamento ... e, fra l'altro, non capisco perché l'autore abbia così in antipatia quello straordinario ed affascinante personaggio che fu Federico da Montefeltro.
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