L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (1)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
"Camminamento" più interiore che esteriore, questo che Tommaso Di Francesco racconta in poesia attraversando la sua Roma, dal centro dell'urbe ai sobborghi periferici, dal cuore di una memoria ferita verso nuovi orizzonti visivi che conducono chi scrive ad uscire da sé, a scontrarsi col mondo reale. Che è fatto di Storia pubblica e di piccole storie private: quindi ci troviamo affetti personali (genitori e figli, amici e intellettuali) e vicende universali di guerre, rivoluzioni e paesi lontani rivisitati emotivamente (India, Israele, Stati Uniti, Jugoslavia). Ci troviamo grandi poeti del passato (Leopardi, Baudelaire, Eliot) e poeti della Roma novecentesca (Amelia Rosselli e Pasolini): perché il richiamo della poesia è sempre e comunque salvifico: "Ma io che mi salva ho la poesia...", "il poeta è il punto di rottura della diga,/ la prima scossa del terremoto, crepa del tempo". Chi scrive cammina lungo la Via Latina che ha attraversato millenni, incontrando mercati, tombe e catacombe, tendopoli e hotel di lusso, metropolitane e squallidi recuperi di verde: cammina recitando una sua laica preghiera di perdono e pietà: "Proteggi quest'angolo buio/ e quello slargo acciottolato,/ nella piega quotidiana stanno/ milioni di passi inevasi,/ le nostre ombre immigrate." Stupore davanti alla vita di tutti ("Perché/ il mondo è molto di più e di meno"; "Più nulla c'è da conquistare/ poco o nulla resta da assaltare/ è tempo che la vita ti sia/ finalmente a portata di mano") che si vorrebbe soprattutto fare propria, non fagocitandola, ma rendendola comunitaria e amica: "Vesto panni disadorni altrui/ d'una qualche bellezza lontana,/ la città nuova subito è svenduta/ e l'anima batte i marciapiedi". Tommaso Di Francesco, redattore de "Il Manifesto", intellettuale impegnato e critico, sembra cercare nei versi una sorta di consolazione musicale, ritmica: nelle sestine ricche di endecasillabi, rime e assonanze, che accompagnano i suoi passi verso un altrove radicato nella quotidianità.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore