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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
Cosa significa educare? Il difficile momento di trasformazione sociale e culturale che stiamo attraversando sembra impedire a genitori e insegnanti di rispondere a questa domanda. Si tratta tuttavia di una questione decisiva per provare a comprendere i tanti cambiamenti in corso.
«Basta anche note e bocciature. È la formula "Penny Wirton" dello scrittore-insegnante Eraldo Affinati. Che dopo Don Milani esplora in un libro un'altra vocazione. La sua» - Il Venerdì
Partendo dalla testimonianza delle scuole Penny Wirton per l'insegnamento gratuito della lingua italiana agli immigrati, Eraldo Affinati racconta la storia di una nuova esperienza didattica dove ci si guarda negli occhi, sedendo allo stesso tavolo, senza classi e senza voti, in una relazione d'amicizia e simpatia. Nel suo diario personale e pubblico, in cui s'intrecciano la dimensione pedagogica e letteraria, troveremo una riflessione su temi cruciali: la responsabilità di chi viene chiamato a formare i ragazzi, i viaggi della speranza mischiati a quelli della morte, i fantasmi della Shoah, la natura equivoca della nuova libertà digitale, gli adulti fragili, il rischio delle parole gratuite e delegittimate, la potenza del vero volontariato, il nodo spinoso del giudizio e della valutazione, il possibile inganno della risposta esatta e il valore paradossale di quella sbagliata. Insegnare, scrivere e parlare chiamano in causa il nostro modo di stare insieme e ci spingono a ripensare un'idea dell'Europa. Guidato dai maestri che hanno segnato il suo percorso umano e culturale, da Lev Tolstoj a Dietrich Bonhoeffer, da Michel de Certaud a don Lorenzo Milani, da Silvio D'Arzo a Mario Rigoni Stern, lo scrittore ci consegna, nello stile lirico e speculativo a lui più congeniale, il referto implacabile della crisi etica che stiamo vivendo. Ma in questo libro formula anche un'importante scommessa sul futuro, non teorica bensì militante, invitandoci a puntare tutto sulla capacità di rinascita degli adolescenti italiani che insegnano la nostra lingua ai loro coetanei provenienti da ogni parte del mondo.
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Incontrare Eraldo Affinati è sempre una di quelle esperienze che costringe ogni educatore – insegnante, genitore, nonno o chiunque esso sia – a mettersi in discussione. In questo ultimo suo libro l’empatica oratoria dell’autore vi viene riversata seguendo filoni diversi – che hanno una comune origine: la passione per i ragazzi, tutti i ragazzi, unica speranza per il futuro – che riprendono articoli di giornale e vari interventi pubblici degli ultimi anni, creando così un testo di riferimento per chi segue la pedagogia ed il pensiero di questo professore-scrittore che ci pone nell’introduzione una interessante domanda: se domani qualcuno ci chiedesse conto delle azioni della nostra vita, nel bene e nel male, potremmo rispondere con certezza di aver fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità, di essere stati veramente uomini fino in fondo? Per riflettere.
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