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Finalista al Premio Napoli Narrativa 2019
In un’instancabile quête tra passato e presente, tra i fasti antichi delle ville romane e i roghi tossici della Terra dei fuochi, tra ricordi leopardiani e interi quartieri abusivi, al ritmo delle traballanti corse della Circumvesuviana, Maria Pace Ottieri intraprende un viaggio alla scoperta delle tante esistenze che resistono in bilico sul cratere.
«Gli abitanti del Vesuvio sono abituati a tenere conto di una vita sotterranea ricca e piena di sorprese, indipendente dalla loro volontà, estranea all'universo concettuale umano, a sentir frantumi di lapilli, volute di fumo, impercettibili grumi di tempo nella vertigine millenaria in cui affonda l'esistenza del vulcano».Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Interessante volume dal taglio giornalistico che avvalora, ma talvolta deplora, le realtà economiche e sociali dell'area vesuviana.
Non conoscendo la Ottieri ho comprato il suo libro incuriosito dall’argomento. Si tratta di un’inchiesta sulla zona vesuviana, una zona che, nonostante sia una delle più pericolose al mondo, e la più monitorata dai vulcanologi, allo stesso tempo sfugge ai vari controlli sociali e amministrativi, prova ne sia l’imponente sviluppo demografico degli ultimi decenni, incontrollato e per certi versi incomprensibile. La Ottieri ci regala anche ottime pagine di letteratura, le sue osservazioni riescono a mantenere la distanza dell’obiettività, anche quando il coinvolgimento un prima persona, persino fatto di calci e sputi, potrebbe giustificare una deriva. Ma non riesce a rimanere insensibile di fronte all’assistenza offerta nelle varie accoglienze attorno al Santuario di Pompei dimostrando, ancora una volta, che quando si cercano risposte si trovano altrettante domande. Nel complesso un’opera di notevole spessore, mai pesante, ottimamente calibrata. Una metafora dell’attuale stato dell’umanità vista attraverso l’esistenza quotidiana all’ombra di una spada di Damocle che potrebbe calare in qualsiasi momento, da leggere magari fumando, come fosse l’ultima sigaretta, l’ultimo piacere da concedersi prima di affrontare il risveglio della Natura.
Recensioni
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