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Verso la democrazia. Cronaca della transizione spagnola - copertina
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Verso la democrazia. Cronaca della transizione spagnola - copertina

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1992
1 gennaio 1992
416 p.
9788820507220

Voce della critica


recensione di Venza, C., L'Indice 1994, n. 1

In questo volume Donatella Montalto Cessi, studiosa di storia della letteratura spagnola ripropone l'intera movimentata fase politica spagnola dalla morte di Franco (25 novembre 1975) al consolidamento al potere del Psoe attraverso il successo elettorale (28 ottobre 1982).
L'evoluzione graduale e pacifica del sistema politico spagnolo era già stata predisposta dallo stesso regime franchista, sia con la nomina del re decisa direttamente dal dittatore, sia con apposite leggi, come quella del 1976, che autorizzava la formazione di partiti e sindacati di opposizione. Era però ancora da definire il ruolo concreto delle forze antifranchiste che, dopo decenni di clandestinità e repressioni, si stavano affacciando alla vita pubblica legale.
Tale incognita è stata forse l'elemento dominante della scena politica dei primi anni, fino al famoso, Pacto de la Moncloa dell'ottobre 1977, un accordo-quadro fra il governo centrista di Adolfo Su rez (già leader del "Movimiento" franchista) e i sindacati e i partiti di sinistra. L'obiettivo, sostonzialmente raggiunto, era di limitare le rivendicazioni salariali e l'insubordinazione operaia in cambio della promessa di riforme sociali e di miglioramento dei servizi pubblici.
I rischi di una 'ruptura radical' dalle conseguenze imprevedibili sarebbero stati superati dalla 'reforma negociadora'. Secondo la curatrice non si sarebbe comunque trattato di un semplice mutamento di facciata, bensì di una trasformazione netta e tangibile varata con un consenso generale ottenuto attraverso una costante contrattazione politica e sociale. Anche il golpe di Tejero del 23 febbraio 1981, con l'irruzione in parlamento di un drappello della Guardia Civil, in fin dei conti sarebbe stato utilizzato per il consolidamento del nuovo sistema democratico. Il re Juan Carlos confermò la propria fiducia nella legalità costituzionale e quindi mise fuori gioco le tentazioni golpiste di alcuni generali. L'emergenza avrebbe inoltre spinto centristi e socialisti, i due partiti vincitori delle elezioni del 1979, a sospendere le ostilità parlamentari per approvare a larga maggioranza gli ulteriori passi legislativi sulla strada della modernizzazione democratica e del decentramento regionale.
In realtà bisognerebbe fare diverse altre considerazioni, fra cui almeno una sul costante ricatto esercitato dai vertici militari sul mondo politico e giudiziario, oltre che sulla società civile. Una conferma del peso politico delle gerarchie militari si può ritrovare anche nel trattamento assai benevolo riservato ai golpisti ufficialmente sconfitti e neutralizzati. Come in altri momenti cruciali della storia spagnola, il potere politico-giudiziario non voleva inimicarsi gli alti comandi.
La parte più ampia del volume è costituita da una raccolta in lingua castigliana, di diversi documenti e opinioni. Le questioni meglio trattate in questa antologia sono quelle delle autonomie (Solé, Gilmour), della ricostruzione dei partiti (Gunther, Sani, Shabad), del militar-conservatorismo (Elorza) e delle prime elezioni democratiche (Caciagli).
Al di là di una certa esaltazione del "modello spagnolo" che emerge dall'introduzione, il testo permette di conoscere meglio taluni aspetti problematici di questo controverso caso di transizione da un regime dittatoriale a uno democratico.

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