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In questa sintetica ricostruzione del complesso processo di rinnovamento teorico e pratico intrapreso dal socialismo tedesco all'indomani del 1945 e portato a compimento nel 1959, in occasione del congresso di Bad Godesberg, l'autrice assume una prospettiva per lo più originale, sostanzialmente rivolta a indagare il contributo offerto dalle scienze sociali e in particolare dalle young sciences importate in Germania dai cosiddetti Remigranten alla fondazione e al consolidamento democratico della Repubblica federale. Più precisamente, sullo sfondo della contrapposizione generazionale e insieme ideologico-politica tra riformisti e ortodossi (tra cui Carlo Schmid da un lato e Wolfgang Abendroth dall'altro), Francesca Traldi ripercorre quel faticoso processo di adeguamento della Spd nei confronti delle trasformazioni in atto nella società tedesca sotto l'effetto della cosiddetta "seconda rivoluzione industriale", che sarebbe infine sfociato, dopo ripetute delusioni elettorali, nella svolta del 1959 e nella travagliata revisione del programma di Heidelberg (1925). Come precisa l'autrice, si trattò tuttavia di una svolta che non coincise unicamente né con un'operazione ideologica tesa a prendere congedo dalla "zavorra marxista" e a proiettare la Spd verso il modello della Volkspartei, né con un'operazione opportunistica tesa a legittimare le pretese della Spd alla guida del paese, ma, più in generale, con una scelta programmatica di ampio respiro, fondata su una precisa lettura del presente e su un'altrettanto precisa immagine del futuro. Nell'elaborazione dell'una e dell'altra risiederebbe il contributo più rilevante offerto dall'intensa collaborazione che venne allora a instaurarsi tra mondo della politica e mondo della riflessione scientifica.
Federico Trocini
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