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Simona Dolce, grazie a un'accurata documentazione storica, ci racconta una figura femminile inedita e controversa, intrappolata nelle menzogne e incapace di ricucire i propri ricordi con la memoria della più grande tragedia del Novecento. La sua scrittura nitida e acuminata scandaglia le ambiguità di una famiglia illusoriamente perfetta, ci interroga sulle infinite maschere che il male può indossare nel quotidiano e su come la dedizione verso un mondo ideale, grande quanto una villetta con giardino, possa diventare un'ossessione accecante e crudele.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Niente affatto un libro revisionista. Un lungo racconto, l’umanità dietro il disumano, che fa i conti con la storia. Una prospettiva equilibrata è una narrazione ben documentata. Da leggere assolutamente
Un romanzo da cui è impossibile staccarsi. Si legge tutto d'un fiato in pochi giorni nonostante non siano poche pagine (380 circa). La storia è quella della terzogenita del comandante di Auschwitz Rudol Hoss che senza saperlo ha vissuto la sua infanzia a pochi metri dal campo di concentramento e che poi è scappata in Spagna diventando, sotto falsa identità, un'affascinante modella per Balenciaga. La biografia fittizia di Inge Brigitte/Rosamund è una lettura straordinaria per il livello di introspezione psicologica di questa bambina poi donna e per la grandiosa documentazione storica che struttura le pagine. È una lettura di grande ritmo e con una tenuta stilistica difficile da trovare nel panorama italiano. Ci pone di fronte a quesiti morali giganteschi senza mai perdere di vista il piacere della lettura. Libro immenso e importante.
M'è venuta in mente una metafora calcistica per descrivere queste 379 pagine: una squadra che sa giocare bene ma che non finalizza. Il libro l'ho letto in sei giorni, durante la sera, si fa leggere, è scorrevole ma manca qualcosa non tanto a livello di stile ma di contenuto. Ci sono dei passaggi riusciti che ti fanno riflettere, come quando è descritta la cenere che ricopre tutto, frequentemente, in base al vento. È la cenere che proviene dal camino di Auschwitz. Ci sono le solite 100 pagine di troppo che rendono a volte la lettura soporifera; ripeto Simona Dolce ha una scrittura felice, ma il passo è lento, troppo. Nell'economia di questo che è un romanzo e non una biografia a cosa servono le interminabili pagine sul periodo o spagnolo? L'antifona, dopo una decina di pagine, è chiara, viceversa i moltissimi anni vissuti in America sono raccontati in pochissime pagine. Ecco, avrei voluto meno 'fraseggi', meno tocchi inutili, più verticalizzazioni, più 'reti' ossia più spunti di riflessioni, più 'giocate difficili', del resto la scelta del romanzo, ripeto, rispetto alla biografia, l'avrebbe permesso. È un libro che lascia probabilmente meno di quanto non faccia l'articolo da cui trae spunto, ma con lo 'sforzo' della lettura di 379 pagine...
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