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Finalmente un libro innovativo e intelligentemente provocatorio sulle cause della Prima Guerra Mondiale! L'opera di Ferguson dona a questo settore di studi, da tempo sclerotizzato, una nuova linfa vitale. In sostanza l'Autore si propone di analizzare le cause profonde del conflitto e coraggiosamente smentisce tutti i luoghi comuni che vogliono una Germania militarista e assetata di potere e un'Inghilterra santa e martire che si sacrifica per difendere l'Europa. Ferguson dimostra -dati alla mano, non con le solite chiacchiere prive di fondamento di alcuni suoi colleghi inglesi- quali furono gli errori di giudizio e di politica della Gran Bretagna, e in sostanza accusa il suo Paese di essere stato la causa principale del declino europeo seguito alla guerra del '14-'18. Opponendosi a quella che in sostanza era una lotta per l'assestamento economico nel Centro Europa, il Regno Unito contribuì a trasformare quella stessa lotta in uno spaventoso carnaio che risucchiò milioni di vite e consegnò virtualmente le chiavi del potere mondiale agli USA i quali, con pochi sforzi limitati, acquistarono la fama e gli allori di "vincitori della guerra". Sicuramente uno studio che non può mancare nelle biblioteche degli appassionati dell'argomento. Un preavviso: il libro non è per principianti: è zeppo di tabelle e analisi socio-economiche, di riflessioni pragmatiche e di lunghi elenchi di dati e controdati; insomma è rivolto soprattutto agli appssionati puri e duri, per chi invece voglia acquisire una prima infarinatura sull'argomento conviene rivolgersi altrove.
Recensioni
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La Grande guerra a più di ottant'anni di distanza dalla sua conclusione continua ad animare dibattiti e polemiche e questo non solo per la complessità intrinseca della materia ma soprattutto – credo – per il fatto che essa ha contribuito fortemente a plasmare il mondo in cui viviamo. L'imponente lavoro di Niall Ferguson – studioso di storia economica e politica che qui ha esteso la sua area di indagine a una varietà di settori dagli studi militari alla storia culturale passando per la diplomazia – è un ottimo esempio delle passioni che la prima guerra mondiale può ancora suscitare. Come attesta una ricca bibliografia quella di Ferguson è un'opera mastodontica che affronta i problemi più disparati dalle ragioni dello scoppio del conflitto ai suoi costi finanziari sino all'uso della propaganda. Il limite di tale impostazione consiste nel fatto che Ferguson lavora contemporaneamente su troppe questioni così che il libro finisce per avere un assetto farraginoso. Se un filo rosso può essere trovato in questa enorme massa di osservazioni va individuato in un ossessivo antieuropeismo che porta l'autore a stabilire un ridicolo parallelismo tra la Weltpolitik del Kaiser e l'Unione europea. Ferguson infatti rifiuta in blocco le tesi di Fritz Fischer circa i progetti imperiali della Germania guglielmina che ritiene essere mere fantasie frutto della germanofobia di alcuni settori dell'establishment britannico (un giudizio veramente ingeneroso verso il proprio paese che nel secolo scorso si è opposto con coraggio e determinazione per ben due volte al militarismo prussiano e ai suoi epigoni). Per Ferguson il Kaiser puntava "soltanto" ad assoggettare economicamente l'Europa continentale e questo – afferma contro ogni logica – non rappresentava un pericolo per l'Inghilterra che quindi entrò in guerra inutilmente anche perché – si legge nelle ultime pagine – oggi con l'Unione europea il sogno del Kaiser si sarebbe realizzato.
Giaime Alonge
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