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Il 20 aprile 1946 uscì la prima puntata di un'inchiesta giornalistica sull'apparato repressivo del passato regime fascista, in particolare sulla polizia politica e il suo famigerato servizio segreto, l'Ovra. A pubblicare l'inchiesta, che si svilupperà in venti puntate fino al 9 giugno, fu "Il Minuto", quotidiano di destra di ispirazione monarchica. Il fatto che non ricevette né querele né importanti smentite conferisce interesse al documento. L'autore che si cela dietro lo pseudonimo è Antonio Trizzino, ex maggiore dell'aeronautica e noto giornalista in epoca fascista, collaboratore del "Tevere", della "Difesa della Razza" e del "Messaggero". Nonostante il pedigree, Trizzino non compì un'inchiesta mirante alla piena assoluzione del regime di Mussolini. Semmai separò il fascismo dalla struttura statuale preesistente. Dall'inchiesta l'unica a salvarsi è infatti la polizia, la quale avrebbe mantenuto una relativa indipendenza compiendo solo il proprio dovere con qualche eccesso di zelo repressivo e pratiche delatorie comunque già operanti in epoca prefascista. Dell'Ovra si rivelano la struttura esile e l'azione "mite" rispetto ai desiderata dei gerarchi. L'intento "minimalista" dell'inchiesta è un esempio del riposizionamento dei quadri e dei funzionari del Ventennio in senso filo-governativo. Legge e ordine, nell'affermazione dell'autorità dello stato, fu la nuova formula degli ambienti politici e culturali postfascisti e anticomunisti. In tal senso, l'inchiesta riedita in volume dice molto non solo sulle modalità con cui si spiò l'antifascismo all'estero, ma anche su quelle con cui avvenne la transizione dal fascismo alla repubblica. Si svela anche quanto fragili furono alcuni antifascisti e quanto coriacei certi altri, come Lussu e i Rosselli. Ma soprattutto quanta continuità di persone e di mentalità ci fu negli apparati dello stato dopo il 1945.
Danilo Breschi
Scritta nella primavera del 1946 e apparsa su un battagliero quotidiano romano, l'inchiesta La verità sull'Ovra venne giudicata "pericolosa" dalla polizia, perché precisa nella ricostruzione dei fatti e delle vicende narrate gli aspetti operativi e istituzionali dell'apparato informativo e repressivo del regime fascista e nella identificazione dei maggiori e più fattivi fiduciari di quella così temuta organizzazione, chiamata, da Mussolini in persona, col fantomatico e indecifrabile nome di Ovra.Secondo indagini della polizia, autore dell'inchiesta, celato dietro lo pseudonimo Sicanus, era un ex ufficiale dell'aeronautica militare, Antonio Trizzino, siciliano di origine ma da tempo trapiantato nell'ambiente romano e passato al giornalismo. Negli anni successivi, affermato scrittore, avrebbe condotto provocatorie inchieste giornalistiche, nonché edito libri di denuncia sulla seconda guerra mondiale di vasta diffusione e successo.
La Verità sull'Ovra è stata la prima indagine sul tema della polizia politica fascista. L'inchiesta viene adesso raccolta integralmente in volume per la prima volta (a cura e con introduzione di Giuseppe Pardini) proprio per la validità dell'impianto generale dell'analisi e per la correttezza con cui molti retroscena, alcuni tuttora poco noti, vennero invece, in un clima che tanto si prestava a operazioni scandalistiche, così precisamente divulgati.
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