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scheda di Mancinelli, L., L'Indice 1990, n. 2
Ventidue capitoli, oggi diremmo puntate, che furono pubblicati mensilmente su un periodico: è quanto rimane del romanzo incompiuto di Dickens, "Il mistero di Edwin Drood". La morte improvvisa dell'autore interruppe lo svolgersi dell'azione, che lo scrittore andava sviluppando a mano a mano che la scriveva: non è rimasto un progetto, una trama, neppure appunti. Ma la cosa più grave è che questo era un romanzo poliziesco, e per giunta ricco di suspence. La morte dello scrittore ha lasciato i lettori sconcertati e scontenti, senza la soluzione di un mistero appassionante, con più di un personaggio fortemente sospettabile o indiziato, con una vittima, - ma lo è davvero? - semplicemente scomparsa senza lasciare dietro di sé grandi rimpianti come può essere di un personaggio banale e un po' scialbò, una cittadina di provincia con una immensa cattedrale un po' sinistra, un cimitero, un fiume e una diga dove si impiglia un oggetto d'oro della vittima. E molti personaggi che vogliono scoprire la verità.
Più di uno scrittore aveva già tentato di riprendere le fila del romanzo cercando di condurle a una soluzione accettabile, ma sempre invano. Prima di morire Dickens aveva a tal punto imbrogliato i fili e complicato la vicenda che si potrebbe dire che la morte l'abbia tolto da un bell'impaccio.
A riprendere queste fila ci si sono messi ora Fruttero e Lucentini, e lo hanno fatta da par loro: intanto il romanzo è diventato "La verità sul caso D. ", e il lettore può anche credere che quel D. sia l'iniziale del povero Edwin Drood, ma alla fine si accorge che ha sbagliato tutto. La trovata più geniale è di immergere il romanzo incompiuto in un centro per il completamento delle opere incomplete - e tra queste l'8 sinfonia di Schubert, la Turandot di Puccini e altre - che col motto "La completezza è tutto" opera presso l'hotel "Urbis et Orbis" di Roma-Eur. E a scoprire il mistero del signor D. sono stati convocati i più celebri detectives della letteratura poliziesca, da Poirot a Sherlock Holmes, da Maigret a Marlowe. L'intrecciarsi delle fila, già abbastanza intricate, del romanzo dickensiano con la frenetica e spesso grottesca vita di una équipe di ricerca organizzata sul tipo delle "tavole rotonde" care al nostro mondo culturale, vista attraverso la lente umoristica di Fruttero e Lucentini dà luogo a un divertissement di rara efficacia infiltrato in un drammone poliziesco ricco di tutti gli elementi di rito. E ringraziamo Fruttero e Lucentini di avercelo fornito. Ma loro, chi avrà più il coraggio di invitarli ad una "tavola rotonda "?
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