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Un buon libro, niente di più. Lodevole l'intenzione dell'autrice tentando di penetrare i meandri più nascosti della psicologia dei personaggi, ma a mio avviso raggiunge risultati appena sufficienti. Un romanzo forse un po' troppo stiracchiato e prolisso. La trama non abbaglia per originalità, e pare costruita ad-hoc per ottenere un matematico e quasi inverosimle lieto fine. Molto buona invece, anzi ottima, l'ambientazione di Londra, vero pregio del libro.
Non fidatevi dell'ultima di copertina: non e' il profumo di Suskind (altro livello)! Pero' e un ottimo libro. Consigliato.
Recensioni
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Questo dell'esordiente Clare Clark è un romanzo di grande effetto che può appassionare sia i cultori del romanzo storico che quelli del thriller; un romanzo sotterraneo non privo di tratti goticheggianti in cui l'autrice fa sfoggio di una straordinaria destrezza descrittiva che tuttavia non riesce a nascondere le debolezze dell'impianto narrativo.
La storia è ambientata nella Londra putrida e maleodorante del 1855 l'anno in cui un'ondata di calore estivo senza precedenti provocò un fetore tanto nauseabondo e mortifero da convincere il governo a finanziare la ricostruzione della rete fognaria della città. La grande puzza del titolo originale (The Great Stink) è la protagonista quasi assoluta della storia insieme al Tamigi melmoso tanto solido di escrementi e di rifiuti e denso di vegetazione putrefatta da poter quasi reggere il peso della città. Compaiono di sfuggita personaggi realmente esistiti come Joseph Bazalgette l'ingegnere a capo della commissione metropolitana per i lavori pubblici. La società vittoriana appare come una massa informe e senza volto una moltitudine rumorosa corrotta violenta: la folla che si accalca al mercato del pesce i frequentatori di pub di periferia che scommettono sui combattimenti tra cani ed enormi ratti di fogna anonimi burocrati che intascano mazzette sulle gare d'appalto.
I personaggi centrali sono due emarginati che per motivi diversi frequentano il dedalo infernale della rete fognaria. Uno è William May un giovane perito che reduce dalla guerra di Crimea con la mente sconvolta dai ricordi degli orrori del fronte viene impiegato nei lavori di risanamento delle fognature. L'altro è Tom Braccia Lunghe uno scavatore che vive dei rifiuti che raccatta tra i detriti che intasano i cunicoli e che quando non trova di meglio cattura topi da rivendere ai bettolieri che organizzano i combattimenti. Le storie dei due personaggi si sviluppano su binari paralleli segmentate in piccoli episodi che si alternano di capitolo in capitolo nel rigoroso rispetto di una struttura narrativa sin troppo geometrica. I destini dei due diseredati si incroceranno soltanto all'apice della vicenda quando cioè la vita di William accusato di omicidio può essere risparmiata soltanto dalla testimonianza contenuta in una lettera che Tom aveva trafugato dalle tasche della vittima sgozzata nelle fogne. Un po' di suspense e qualche colpo di scena sono così assicurati al lettore ma l'impianto del thriller che tra l'altro si innesca a metà romanzo è piuttosto debole.
Altrettanto debole appare la caratterizzazione. L'io narrante in terza persona non sempre riesce a calarsi nel punto di vista del personaggio. William è un personaggio complesso psicolabile affetto da forme maniacali di autolesionismo. Nel buio dei sotterranei si infligge dei tagli per liberarsi dalle sue angosce. Spesso viene colto da allucinazioni. Se i gesti e i deliri di William sanno di manuale di psichiatria e rimangono pertanto alquanto generici Tom con il suo fiuto da segugio che gli permette di orientarsi nel labirinto dei sotterranei fa pensare molto lontanamente a un personaggio di Dickens in un romanzo la cui ricchezza descrittiva rischia di scivolare in una prolissità fine a se stessa.
Susanna Battisti
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