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Un romando che mette a disagio. Il tema è delicato e mette in crisi un genitore che lo prenda seriamente in considerazione: si tratta dell'abuso sessuale perpetrato a danno dei propri figli. E' un romanzo ma sembra tutto vero, molto vero. Il contesto in cui si inserisce la vicenda è molto realistico, si vede che l'autrice conosce appieno tutti i meccanismi, a volte perversi, della giustizia britannica. Ho trovato il libro molto ben scritto, di una scrittura chiara e raffinata, ci sono tanti personaggi, le cui caratterizzazioni sono delineate nei dettagli, nulla sembra lasciato al caso. Forse manda un po' il ritmo. Sembra che le lungaggini del sistema giudiziario si riflettano nel ritmo narrativo, personalmente avrei dato alla vicenda un piglio più vivace. Molto utile l'elenco dei personaggi soprattutto per chi come me ha letto il libro in due mesi.
E' uno dei libri che più mi ha colpito. La trama riguarda un vicenda seria e delicata, che attiene alle cavillosità del sistema giudiziario, che a secondo della collocazione dei tasselli, può banalmente sfociare in esiti gravi e distorsivi. E' stato facile farsi trascinare dalla lettura ed il finale lascia aperta ogni riflessione. Lo consiglio vivamente.
E' vero, c'è la storia principale e ci sono tante altre storie, storie collaterali di personaggi, alcuni semplicemente "non protagonisti", altri vere e proprie comparse, che non hanno un'influenza diretta sulla trama, ma - è EVIDENTE - hanno comunque un'utilità. Innanzitutto quello che la Hornby ci trasmette non è solo una vicenda giudiziaria, ma un affresco, l'affresco di un intero sistema giudiziario e del complicato tessuto sociale in cui si inserisce. Inoltre, le storie collaterali, anche quelle dei personaggi-comparsa, contribuiscono indirettamente a tratteggiare i contorni dei personaggi principali, che si riflettono nelle vicende di tutti quelli di contorno. La storia principale, senza quelle di contorno, sarebbe come un film senza la scenografia.
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