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Anno edizione: 2020
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Le istituzioni repubblicane ed il loro trascendentale fondamento, le ragioni del materialismo come grande irriducibile “altro” dal potere.Un orizzonte immanente del racconto del cosmo ma soprattutto sorgente di resistenza e di costituzione etiche, in un materialismo represso disconoscendo la fonte trascendentale del potere. Ecco l’evento che afferra l’ontologia materialista della potenza, spiegando il nuovo insieme delle possibilità instaurate sul comune post-moderno, (cioè sulla cooperazione e la produttività che gli individui sperimentano), aprendosi all’antagonismo contro lo sfruttamento(nella povertà crescente dell’uomo postmoderno) ed alla costituzione di nuove costellazioni cooperative. Occorre uccidere ogni figura concettuale che presuppone l’intero alle parti e la verità all’esperienza; cioè ogni fissazione eleatica dell’essere nella conseguente duplicazione-mistificazione trascendentale del reale (perversione logica, continua tautologia ed insopportabile lama che ritaglia l’essere) per aprirsi all’invenzione e al linguaggio. Non tanto Deleuze, quanto Foucault smascheramento di quel platonismo ancestrale (nella nostra civiltà) che disconosce il diritto al reale, potenza all’evento, al contrario, riconducendo ad una “legge” che verrebbe prima di ogni cosa. Kairòs è l’evento del conoscere come singolarità, intreccio di innovazione logica e di creazione ontologica, occasione ontologica di nominare l’essere a fronte del vuoto, costruendo la legittimazione dentro la cosa comune. La teoria materialista della conoscenza è, come nell’esperienza scientifica, una costruzione irriducibile, rischiosa ed assoluta di essere.Un dèplacèment epistemologico radicale.Ma la costitutività del comune è inevitabilmente aleatoria e selvaggia, comunque aperta, incontenibilmente aperta, alla freccia del tempo, sempre innovata sull’orlo dell’essere. Il capitalismo ha investito la vita, la sua produzione è biopolitica. Tesi di Kairòs, alma venus, multitudo.
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