Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 106 liste dei desideri
Le venti giornate di Torino. Inchiesta di fine secolo
Disponibilità immediata
50,00 €
50,00 €
Disp. immediata
Chiudi
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Sbinario nove e 3/4
50,00 € + 4,90 € Spedizione
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Usato Usato - Condizione accettabile
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Sbinario nove e 3/4
50,00 € + 4,90 € Spedizione
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Usato Usato - Condizione accettabile
Chiudi
Le venti giornate di Torino. Inchiesta di fine secolo - Giorgio De Maria - copertina
Chiudi

Promo attive (0)

Chiudi
venti giornate di Torino. Inchiesta di fine secolo

Descrizione


Pubblicato la prima volta nel 1977, Le venti giornate di Torino fu sostanzialmente ignorato: torna dopo quarant'anni in libreria. Come se avesse voluto aspettare il momento giusto.

«Ci voleva una città magica, e i portentosi, terribili eventi di quelle venti giornate, per immaginare l'arrivo di Mark Zuckerberg e di Facebook con quarant'anni di anticipo, svelando persino il lato oscuro dei social media con un'intuizione che sa proprio di chiaroveggenza.» - La Stampa

«Le venti giornate di Torino è l'unico, autentico romanzo maledetto italiano. Non è una boutade a casaccio, ma astabilirlo sono trama, atmosfera, vita dell'autore, legami, connessioni, effetti sui lettori» - Giovanni Arduino

Le venti giornate di Torino erano iniziate il 3 luglio di dieci anni prima: la siccità, l'insonnia collettiva, i cittadini che vagavano come fantasmi per le strade del centro storico, le grida misteriose, le statue che sembravano aver preso vita, e soprattutto una orribile catena di omicidi. Poi, dopo venti giorni, tutto era finito, all'improvviso, come era cominciato. E nessuno aveva più voluto parlare di quella storia. Dieci anni dopo, un anonimo investigatore dilettante decide di indagare per scrivere un libro su quella vicenda. Perché l'insonnia di massa? E chi erano, e da dove venivano, le mostruose figure di cui troppe testimonianze raccontano? E soprattutto, che nesso c'era tra quanto accadde e la biblioteca che era stata aperta presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza? Una biblioteca assai strana, dove non si trovavano i testi pubblicati dagli editori, ma scritti di privati cittadini, che rivelavano i loro pensieri più intimi e profondi, molto spesso terribili, e li mettevano in condivisione con altri cittadini come loro. Non passerà molto prima che il protagonista si renda conto che quella orribile stagione si è conclusa solo in apparenza, e che le forze oscure che avevano scatenato quei drammatici giorni di violenza cieca sono ancora presenti e vigili. Un romanzo inquietante, profetico in modo inspiegabile, principale opera di un autore ingiustamente dimenticato.
Leggi di più Leggi di meno

Dettagli

2017
156 p., Rilegato
9788893420259

Valutazioni e recensioni

4,25/5
Recensioni: 4/5
(8)
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(4)
4
(2)
3
(2)
2
(0)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

@bloggingwithmissb
Recensioni: 3/5

Un racconto particolare, l'unico libro "maledetto" italiano che per far parlare di sé ha dovuto attendere oltre 40 anni. L'anno scorso è stato tradotto in America e dato il successo conquistato oltreoceano Frassinelli ne ha curato la riedizione italiana . Premetto che secondo me da Torinese se ne può apprezzare maggiormente il racconto dettagliato della città, protagonista di questa storia distopica , malvagia , e fuori dal comune. La trama sisviluppa sul finire degli anni 70 in un tempo decisamente piccolo: appena 20 giorni. Ripensandoci però non si avverte una collocazione storica così marcata, non si ha nostalgia della tecnologia , della contemporaneità, perché De Maria fotografa fedelmente gli aspetti personali dei personaggi, intimi, senza tempo. La storia inizia con un'indagine riferita ai fatti accaduti in 20 giornate in cui la città ha visto gran parte dei suoi abitanti vagare di notte senza meta imprigionati in un insonnia imbattibile. L'indagine prosegue rivelando alcuni terribili omicidi compiuti da esseri mostruosi lontani dall'aspetto umano. La città non dorme in quei giorni anzi spesso la notte è scossa da urla disumane e avvolta nel più torbido mistero . Esistono dei luoghi di ritrovo dove i Torinesi lasciano scritti i propri pensieri, le fotografie, e altri ne leggono le confessioni spesso bizzarre custodite all'interno di quella che viene chiamata "la biblioteca". Il romanzo si presta ad alcune riflessioni sul valore religioso del bene minacciato dal male, sugli aspetti più curiosi della psiche umana in alcuni casi anche sul messaggio che può aver mosso l'autore a consegnarci un testo così . Decisamente lontano dal mio genere però mi è piaciuto , molto, forse proprio perché distante da me ma scritto con uno stile decisamente accattivante

Leggi di più Leggi di meno
Filippetto
Recensioni: 5/5

Ho voluto leggere questo libro perchè speravo di trovarci atmosfere da film giallo-horror anni Settanta, e perchè la sua storia editoriale era troppo intrigante per resistere. Non sono rimasto deluso. Certo siamo lontani dalla trama classica di omicidi e svelamento del colpevole, ma quello che c'è in queste pagine è molto molto di più. E non importa se, come anche avvertiva l'autore nella quarta di copertina della prima edizione, il colpevole degli omicidi si intuisce subito facilmente, perchè i misteri da indagare e cercare di comprendere sono ben altri. E' vero che l'accostamento della Biblioteca con i social è un commento inflazionato, c'è dell'altro nelle pagine che i cittadini condividono con gli altri, ed è forse qui lo spirito e la sfida del libro: capire cosa voglia dire condividere tutta la propria vita con gli altri oggi, e cosa vuole dire invece secondo l'immaginario dell'autore, quali forze gestiscono la nostra esistenza oggi e quali quelle occulte raccontate nel libro. Se c'è un difetto è che dura poco.

Leggi di più Leggi di meno
osksamba
Recensioni: 5/5

Sotto la pelle, un demone italiano ci insidia e confonde... Una sensazione pervasiva nel romanzo seminale di De Maria, inquietante e sottile come un filo di nylon. Torino è una città nera, nerissima, e l'autore sa come sussurrare un carattere vivo e recondito. Gli Anni Settanta nella loro migliore accezione.

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi

Recensioni

4,25/5
Recensioni: 4/5
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(4)
4
(2)
3
(2)
2
(0)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Voce della critica

La cosa incredibile dei libri è che hanno una vita a sé, e arrivano (o ritornano) quando è proprio il momento giusto. Epifanie senza scrupoli, le definirei, perché quando si manifestano, certi libri, lasciano il segno. E così, direttamente dal 1977, ecco tornare Le venti giornate di Torino, un thriller (forse, forse sì) di Giorgio De Maria (autore dimenticato quanto la sua opera).

Breve premessa: adoro Torino e tutti i libri che parlano o sono ambientati in questa città (da Diario di Zona e Quello che l’acqua nasconde, tra i più recenti e amati). Quindi Le venti giornate di Torino mi intrigava a prescindere. Ma poi ho scoperto altro, molto altro.

La trama del romanzo ruota intorno a un’indagine su fatti inspiegabili avvenuti, anni prima, nella città sabauda e circoscritti a venti lunghi e terribili giorni. Un’indagine che si svolge in un clima di tensione, di paura, di cose inspiegabili come quelle che erano accadute precedentemente. Un’indagine senza soluzione apparente.

Perché la strada che conduce alla risoluzione del caso (ammesso che ci sia) ce l’ha il lettore e non lo scrittore. La voce narrante espone fatti (inspiegabili, allucinanti, macabri) e fa un passo indietro. Il collante della storia è fuori dalla storia stessa e sta nella testa di un lettore caparbio che mette in discussione se stesso e il suo presente per comprendere il mondo. Ammesso che ci riesca. Perché alcuni libri (quelli che lasciano il segno) non danno soluzioni ma aprono (senza mai chiuderle) inquietanti parentesi.

Prendete il libro di Giorgio De Maria e leggetelo con gli occhi di un lettore del 1977 (il clima politico teso, il cinema impegnato, gli scrittori schierati): vivrete una sorta di stordimento dovuto alla grande quantità di elementi narrativi (onirici, a volte splatter, visionari) e spunti di riflessione. Leggetelo poi con gli occhi di un lettore di oggi e vi sorprenderete per l’attualità di alcune parti (come la biblioteca che profetizza un luogo social, che ricorda moltoFacebook). Leggetelo per criticarlo, ma vi troverete a riflettere su un lessico ormai perso, su un modo di raccontare che poteva essere di genere ma mai schiavo del genere stesso. È un libro strano perché è profondamente diverso da quelli a cui siamo abituati. Ed è un libro bello perché ci restituisce l’immagine di passato recente che aveva grandi occhi spalancati sul futuro, tanto grandi da immaginarlo quale poi sarebbe stato.

Recensione di Beatrice De Carli

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore