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Anno edizione: 2013
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Quante volte ci ritroviamo ad usare termini di cui non conosciamo profondamente il significato? Ecco, Venus in Pelz è indubbiamente un libro necessario per comprendere la derivazione (e la differenza) tra il termine masochista e masochiano. Il protagonista si strugge così tanto per la sua venere dai capelli rossi e la pelle di marmo fino ad annientare se stesso, ma solo per soddisfare il suo piacere, per sentirsi vivo nel dolore.
Meraviglioso. Si lascia divorare.
Molto istruttivo! I meccanismi del desiderio di sottomissione e del godimento nel dolore perpetrato dalla nobildonna dominatrix Wanda von Dunajew a scapito (o beneficio) del giovane aristocratico Severin von Kusiemski. Paradossi di superficie - di solito dal dolore si fugge - ma talmente connaturati e diffusi fra gli esseri umani (non credo esistano masochismi fra gli animali), da offuscare giudizi morali ed etici di aberrazione, perversione o devianza: «Io trovo nella sofferenza una strana attrazione, [...] che niente riesce a eccitare la mia fantasia come la tirannia, la crudeltà, e soprattutto l'infedeltà di una bella donna. [...] Avevo 10 anni quando mi capitarono fra le mani le leggende dei martiri; ricordo di aver letto con un orrore che in realtà era una sorta di estasi, come languivano nelle prigioni, come venivano messi sulla graticola, trafitti da frecce, tuffati nella pece bollente, gettati in pasto alle belve, crocifissi, e come subissero queste atrocità con una sorta di gioia. Il soffrire dolori e tormenti atroci mi apparve da allora come un godimento soprattutto se le torture erano inflitte da una bella donna.» Ricercare la felicità nel dolore mi fa pensare. Il contraltare di De Sade - che pur nei suoi orrori è razionalmente più comprensibile -, mette in moto molti pensieri che cercano ragioni che non trovano. E va bene così, non tutto va sempre spiegato. Di impianto autobiografico, scritto nel 1870, è un po' giovane Werther, un po' D'Annunzio e un po' Liaisons dangereuses ed esprime riflessioni di assoluta puntualità e modernità; insomma, ci azzecca parecchio.
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