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Più che un giallo lo classificherei come un romanzo a sfondo noir. Dicendo giallo ci si attende qualche cosa di molto differente. Questo è un romanzo complesso che starebbe benissimo tra i manuali di uno psicanalista.
giallo molto ben strutturato, con finale mozzafiato..!
Molto introspettivo e spiccatamente psicologico. E' un romanzo dalle tinte forti in cui la realtà percepita e deformata dal protagonista si intreccia con quella effettiva. Colpo di scena finale, che purtroppo si può intuire, e seconda parte molto intensa. Ritmo crescente che caratterizza un circolo vizioso che, essendo tale, non può portare a niente di buono...
Recensioni
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Serge Mirkine, faccia "vagamente patibolare", è una voce di radiodrammi e un giovane scrittore, autore di un primo romanzo, spazzato via dai "venti di tempesta" del Sessantotto, e di un secondo, presentato anonimo a un concorso letterario. Mathilde è l'avvenente signora Mirkine, modella per pullover, di cui il marito è morbosamente geloso, al punto da non esitare a metterle alle calcagna un improbabile investigatore privato. Poi c'è un misterioso personaggio, in un primo tempo soltanto mulinato dal protagonista, ma che va assumendo identità e spessore nella seconda parte del romanzo, quando ormai due cadaveri (di cui uno per delitto preterintenzionale) pesano sulla coscienza di Serge. Questa terza persona, presentatasi al pubblico e all'editore come il vincitore del premio Messidor con il romanzo di Serge, diventa il sollecito regista dell'ultima parte dell'esistenza del protagonista, con il quale ingaggia una diabolica disputa mortale, efficacemente trasfigurata da ricorrenti immagini venatorie. I Fruttero e Lucentini d'oltralpe, ovvero Boileau e Narcejac, autori negli anni cinquanta di testi resi celebri da importanti riduzioni cinematografiche, quali l'hitchcockiano La donna che visse due volte, in questo thriller non risparmiano un'entusiasmante indagine psicologica (il labirinto mentale di Serge costituisce infatti l'ossatura del romanzo), né il gusto per la sorpresa, concertando un intrigo giallo a tratti grottesco che, lontano dai toni cupi di I diabolici (opera dei due stessi autori che ispirò Clouzot), è plasmato magistralmente sui temi dell'equivoco e della fissazione paranoica.
Rossella Durando
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