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È la descrizione di un metodo di conoscenza e, quindi, di progetto. Non è un semplice saggio sui tipi dell’archIettatura o una loro antologia. È tutta una questione del metodo con cui muoversi all’interno del “territorio dell’Architettura”. Credo che chiunque studi o faccia architettura debba avere questo libro.
È la descrizione di un metodo di conoscenza e, quindi, di progetto. Non è un semplice saggio sui tipi dell’archIettatura o una loro antologia. È tutta una questione del metodo con cui muoversi all’interno del “territorio dell’Architettura”. Credo che chiunque studi o faccia architettura debba avere questo libro.
Recensioni
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scheda di Vecchi, M.C., L'Indice 1995, n. 8
Aris sviluppa il concetto di tipo architettonico inteso come "enunciato che descrive una struttura formale''. La struttura comprende forma e configurazione dell'oggetto. L'architetto lavora con la forma, ma le tensioni del progetto architettonico si snodano nel dibattersi tra tipo, forma e luogo. L'architettura ha origine da questi contrasti e tramite essi diviene individualità; le trasformazioni e le sovrapposizioni che intervengono nel tipo costituiscono elementi della struttura atti a formulare un progetto. L'apertura sul termine tipo vuole condurre all'elaborazione di una teoria del progetto che tragga origine dal carattere operativo di questa parola: "cioè a dire la determinazione creativa promotrice di forme, che il termine stesso porta sempre con sé nell'opera dei migliori", come osserva puntualmente Giorgio Grassi nella premessa. L'esperienza storica dell'architettura viene letta in un ordinato percorso ricco di esempi (Berlage, Terragni, Kahn, Le Corbusier, Mies van der Rohe); un procedimento conoscitivo che si snoda nella forma. Ma non solo. Inoltrandosi nella lettura, si rivelano importanti alcuni riferimenti a discipline diverse nelle quali si evidenzia come sistemi di trasmissibilità di conoscenze per metodi e ordinamenti, sorti nel secolo scorso, abbiano limitato l'apertura all'interdisciplinarietà. Numerosi rimandi e tematiche prese a prestito dalla biologia o dall'antropologia costituiscono proposte per chiarimenti e per ridare dignità a termini attualmente coinvolti in trattazioni principalmente teoriche. Non codici per decodificare gli edifici, ma riferimenti per non relegare i concetti espressi in limiti per la libertà creatrice.
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