L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Convinto che gli uomini sono eterni mendicanti alla ricerca di senso, Riccardo Chiaberge è in cerca di nuove strategie di dialogo tra la scienza e la fede. Perciò mette a confronto due grandi scienziati, il Cattolico George Coyne, gesuita e astronomo di Papa Wojityla e il laico Arno Penzias, ebreo tedesco scampato ai lager e premio Nobel della fisica per la scoperta della radiazione cosmica di fondo. E si interroga sui temi più problematici e spinosi della questione. Quali sono i motivi che ancora impediscono a Darwin di essere accettato come merita? Galileo è stato veramente riabilitato? Perché la Chiesa dura fatica ad ascoltare le ragioni della scienza? Quali sono le possibili nuove frontiere tra ragione e religione? Perché sta crescendo la distanza tra la Chiesa e i fedeli, e, in particolare, tra la Chiesa e le donne? Mi ha colpito la sua capacità di affrontare l’indagine con autocontrollo e con una imparzialità disarmante. È un intellettuale colto, capace di ascoltare, disposto a capire le ragioni degli altri… Occorre, egli sostiene, reinventare il modo di dialogare. Gli interlocutori devono, ciascuno per la sua parte, essere disponibili a capire, ancor prima che a dettare. In questo tragico scenario di un mondo caratterizzato da una quasi irreversibile incomunicabilità, urgono nuove strategie, capaci di superare fondamentalismo e ateismo dogmatico. L’intellettuale è utile alla società, se sa fornirle stimoli adatti a farle prendere coscienza dei rischi e delle attese della storia.
Avrei voluto scrivere due righe di commento personale al libro ma ho trovato nelle parole espresse dal lettore David Tuci nel suo commento del 24 gennaio la migliore sintesi di questa ottima pubblicazione. Il pregevole libro di Chiaberge ci dice come dovrebbe e come potrebbe essere il dialogo tra Scienza e Fede, da Galileo alle staminali passando per E.T. i due scienzati dimostrano come con la ragione e il buon senso ci si possa sedere attorno ad un tavolo e discutere, parlare, riflettere, tollerarsi. Non mancano le sorprese, per esempio nello scoprire come Penzias difenda Galileo meno di quanto non faccia il Gesuita. Ma nella realtà ci sono i presupposti perchè ciò che fanno i due protagonisti dell'incontro avvenga oppure (più verosimilmente) predominano da entrambe le parti posizioni più radicali? A livello narrativo il libro è piacevolissimo, scorrevole e chiaro, segno che si tratta di un prodotto ben riuscito. Da avere, da leggere e, sorpattutto, da pubblicizzare.
Questo libro nasce dall'intenzione da parte dell'autore di dimostrare che, al contrario di quello che appare da analisi superficiali, è possibile un dialogo tra fede e scienza. A tal fine riunisce due menti straordinarie, l'astronomo gesuita Coyne e il fisico di origine ebraica Penzias, e le mette a confronto su vari argomenti che potrebbero essere causa di attrito tra credenti e non credenti. Questo non avviene mai, grazie all'apertura mentale dei due personaggi scelti e all'intelligenza dell'autore. Per questa ragione il libro merita senz'altro di essere letto (e riletto). Tuttavia resta un fondo di scetticismo sulla reale possibilità di un dialogo fra scienza e fede, fondato sulla reale rappresentatività delle due figure prescelte: fino a che punto Arno Penzias, fisico aperto al mistero, è rappresentativo del mondo degli scienziati, e soprattutto, fino a che punto George Coyne è rappresentativo della chiesa cattolica? Per questa ragione mi sento di dire che nell'epoca post-XI settembre (che io chiamerei l'epoca della morte del dialogo) gli evangelici che pregano contro il progresso scientifico e gli scientisti dogmatici (alla Dawkins, per intenderci) hanno una percezione della realtà più esatta di quella di persone di più larghe vedute.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Scienza e fede: un binomio impossibile? Può uno scienziato essere credente? E un credente essere un valido scienziato? Il secolare conflitto tra Chiesa e scienza è il filo conduttore di questo nuovo libro di Riccardo Chiaberge. Lo scrittore e giornalista (direttore del supplemento domenicale del Sole 24 Ore) compie un viaggio negli affascinanti territori della scienza, fino alla frontiere tra ragione e religione. Lo accompagnano due studiosi di fama, "affratellati dall'età, dagli studi e dagli astri (reali e metaforici)", ma votati a due "credenze" opposte: George Coyne, gesuita e astronomo di papa Wojtyla, ovviamente cattolico convinto, e Arno Penzias, ebreo tedesco scampato al lager e premio Nobel per la Fisica nel 1978 grazie alla scoperta della radiazione cosmica di fondo, dichiaratamente ateo. Il terzetto si incontra a Tucson, nello studio del gesuita scienziato, al 2017 di East Lee Street: un luogo simbolico, "non lontano dall'osservatorio di Mount Graham che è l'orgoglio dell'astronomia vaticana", in Arizona, "perché nessun cielo è più cristallino e scintillante". Lì, "in una penombra claustrale", le loro voci si alternano al racconto di fatti, luoghi, personaggi, teorie e scoperte, in un continuo e appassionato scambio di idee tra "il teologo e lo scettico razionalista", "l'eloquio accidentato, ellittico e folgorante di Penzias contro quello suadente e morbido, da predicatore, di padre Coyne". "Abbiamo strascorso molte ore a parlare a ruota libera ricorda Chiaberge di Big bang e di ateismo, di evoluzione e creazione, di ebraismo e cristianesimo". Dal dotto Stenone, l'anatomista del Seicento proclamato beato da Giovanni Paolo II, a Gödel, autore dell'omonimo notissimo teorema, da Galileo a Richard Dawkins, che "nel suo L'illusione di Dio paragona la religione a una sorta di malattia mentale", dalla teoria delle stringhe alla "particella di Dio", e poi la Specola vaticana e il museo dei creazionisti americani. Questi sono solo alcuni degli argomenti toccati in questo saggio, che racconta la storia di noti scienziati e delle loro teorie in modo chiaro e appassionante anche per i lettori non specialisti.
Un libro ricco di stimoli intellettuali, che invita a riflettere sull'importanza dell'autonomia tra scienza e fede e si conclude con una nota di speranza: tra queste due sfere di pensiero "il conflitto non è inevitabile". Ne sono un esempio "i due viandanti di Tucson" (così Chiaberge chiama i suoi interlocutori). Due uomini, che "portano sulle spalle bagagli differenti, esperienze di vita e di ricerca che li hanno profondamente segnati", ma entrambi convinti che fede e scienza non siano incompatibili, che la ricerca debba essere libera da condizionamenti religiosi e ideologici, senza essere trasformata a sua volta in ideologia.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore