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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2019
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Esaurisce il campo assegnatosi ed esplora le domande fondamentali alla luce delle risposte date dalle religioni e dalla filosofia. In alcuni punti un po' pesante, per chi non è versato in filosofia. Comunque un ottimo libro che sbugiarda le Verità mistiche delle religioni e i dogmi, nascosti, di tanti pensatori. Consigliato.
A mio parere, effettuare il confronto "filosofico" fra scienza e religione è come confrontare la cucina col gioco degli scacchi. Il problema che viviamo oggi non è quello di decidere fra religione e scienza, come due realtà antitetiche. Dobbiamo piuttosto sviluppare una spiritulità che non sia dogmatica (e come tale non conflittuale con la ragione) e una scienza che non sia ottusamente materialista (cosa che, grazie a nomi come Fritjof Capra, David Bohm, Carl Pribram, Massimo Teodorani... sta lentamente accadendo). Ma... Odifreddi se n'è accorto? Se scrive un libro così, forse no. Chi lo sa...
Un libro ispirato da notte insonne,tra pensieri di agnellini sacrificati, di malati tenuti a terra, di cadaveri bruciati. Un'agitazione che si tramuta in tentativo di avvicinare la cultura umanistica e quella scientifica narrando ciò che la scienza può dire della religione. Un Odifreddi insolito, almeno vent'anni fa, che rivela sensibilità, e minimalista quanto a verve polemica. La religione viene discussa nel suo aspetto di teologia naturale e razionale,tralasciando il misticismo e la ritualità.La scienza nella prima parte è quella che guarda verso i confini dell'universo, la cosmologia relativistica dell'enormemente grande e la fisica quantistica dell'enormemente piccolo.Poi Odifreddi tratta la logica ed infine la matematica.Ovviamente il testo è aggiornato alla sua pubblicazione,per cui potrebbe mancare di qualche conoscenza acquisita dopo. A me viene di pensare al teorema di Vilenkin Borde Guth, che dimostra un inizio dell'universo ed alletta tanto i credenti.Tuttavia esso a detta di alcuni cosmologi non ha chiuso affatto la questione del tempo, e se siamo obbligati o meno a parlare di un inizio.Lo stesso Vilenkin si nega a strumentalizzazioni.Per quanto mi riguarda la risposta è la stessa che dà Odifreddi all'argomento della causa prima: il regresso infinito si può accettare invece di rifiutarlo,ed inoltre non c'è nessun motivo logico di far coincidere l'eventuale ente primo col Dio della rivelazione e dei vangeli. Al termine della sua trattazione, Odifreddi riscopre ciò che già Pitagora sapeva: che la vera religione è la matematica, e il resto è superstizione.E' curioso però che termini con una frase di Tommaso d'Aquino "gli errori riguardanti le creature sfociano in false concezioni di Dio". Odifreddi la esprime in termini più attuali: una teologia basata su un'imperfetta conoscenza degli enti di natura o di ragione produce dèi falsi e bugiardi, e solo su corretti fondamenti scientifici e matematici si può fondare una religione veritiera.
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