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«Nessuno udì Gesù dire madre mia, perché per le parole pronunciate dal cuore non c'è lingua che possa articolarle.»
Il Gesù Cristo di Saramago, da alcuni cristiani ortodossi ritenuto blasfemo, è un carattere fortemente spirituale, ma in tutto e per tutto umano, che incarna i dubbi e le sofferenze propri della condizione universale di uomo. Il figlio di Dio, dalla nascita a Betlemme alla morte sul Golgota, affronta le medesime esperienze descritte nel Vangelo, qui però narrate secondo una prospettiva terrena, con spirito critico e senso logico. In questa storia non c'è fede nei miracoli, bensì coscienza di trovarsi in balìa della volontà di potenza di un Dio padre distante e indifferente al dolore che provoca. La serie di disgrazie, stragi e morti che costellano l'esistenza di Gesù, fino al non cercato e non accettato compimento del destino di vittima sacrificale, diventa così un'occasione per riflettere sulla contrapposizione tra bene e male, sulla problematicità di fare il giusto tramite l'ingiusto, sull'imperscrutabilità del senso della vita umana e sulla sconcertante ambiguità della natura divina.
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Terribilmente ironico, senza pietà verso la Chiesa e lo stesso Dio. Lo stile molto particolare di Saramago potrebbe risultare ostico all'inizio e non essere apprezzato da tutti, ma se si riesce a superare questa difficoltà si potrà apprezzare un vero capolavoro. Consigliatissimo, è per me forse l'opera migliore dell'autore (sì, anche meglio di "Cecità").
La sottile ironia di fondo che permea quasi tutte le opere di José Saramago è irresistibile (Caino, Le intermittenze della morte....) e qui viene applicata nel reinterpretare una delle vicende più sviscerate, discusse, inculcate, esaltate della civiltà occidentale, ossia la vita del figlio primogenito del falegname Giuseppe. Io non sono un esperto di storia sacra per cui non so dire quali episodi o personaggi della tradizione siano stati "adattati" dal pensiero obliquo del Nostro; e non è neppure importante saperlo! Certo è che tutto fila alla perfezione. Geniale la conversazione a tre con spoiler sulle vicende future dell'umanità.
Non mi è piaciuto il voler rendere "umana" una figura così "eterea" e carismatica. Per il resto, la narrazione è piuttosto fluida, la gran bella penna di Saramago qui è all'apice e alcuni personaggi sono davvero indimenticabili (Pastore). Da leggere.
Recensioni
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