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«Gli Dei sono diventati malattie» scrisse una volta C.G. Jung. Elaborando questa frase, Hillman si pone la questione più immediata per ogni psicologia: che cos’è la normalità psichica? A partire da quale soglia entriamo nel regno incontrollabile dell’anormalità? Nei due saggi qui per la prima volta raccolti in volume troveremo al centro, da una parte, la figura di Atena, giudice supremo della norma ateniese, modello di ogni concezione della normalità; dall’altra, la figura del paranoico, esemplificata soprattutto nella storia di Perceval e in quella del presidente Schreber, quale teologo del delirio. E, in tutti e due i casi, con un’analisi stringente e acutissima, Hillman ci mostrerà come la partita si giochi fra potenze che un tempo furono chiamate divine, prima di perdere ogni nome, e una struttura mentale, la nostra, che con esse è costretta ad avere a che fare, in ogni atto della vita, anche quando persegue, come l’intera civiltà occidentale, una «vana fuga dagli Dei».
(scheda pubblicata per l'edizione del 1991)
scheda di Musso, D., L'Indice 1991, n.10
Due saggi presentati in precedenza ai convegni junghiani di Eranos. Nel primo, "Sulla Paranoia", l'autore riconosce la presenza di un fattore impersonale, noetico, caratterizzante la paranoia come disturbo dello spirito. Dall'esame di casi classici (Boisen, Perceval, Schreber), sostiene l'impossibilità a distinguere tra rivelazione e delirio e vede la felice relazione di Jung con il noetico segnata dall'idea di inconscio paragonato a Hermes. Senza l''anima mercurialis', intesa come senso del poetico, dell'umoristico, del metaforico, si è imprigionati nel letteralismo: così è, sia per il singolo individuo, sia per lo stato. Hillman invita a riconoscere questa funzione "divina " per non incappare in uno "stato" paranoide dell'anima n‚ in un'analoga psicologia paranoide dello stato. Nel secondo saggio, "Sulla necessità della Psicologia Anormale: Ananke e Athena", egli descrive le coniugazione necessaria tra i valori indicati dalle due dee. Se Athena porta le prospettive normative, che queste non siano rigido appello alle "normalizzazione". Solo incontrando Ananke, necessità, sintomo incrinante le immagini fisse, si rivela la "necessità della Psicologia Anormale", offrendo alla dea, "straniera residente nell'anima", modalità espressive fuori dal silenzio. Così, riconoscendo nel fondo della psicoterapia la relazione tra "parola" e "forza ", Hillman apre l'avventura per il suo "uomo psicologico ", non in fuga dagli dei.
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