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Anno edizione: 2009
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La sensazione è quella di vedere il film originale, dopo averne visto il rifacimento. Mi spiego meglio: come dalla quarta di copertina, si capisce che non è il famosissimo Dracula, il primo vampiro della letteratura, ma Il vampiro di Polidori, seguito poi da Carmilla di Le Fanu. Ecco il fatto è che siamo abituati a vedere/leggere vampiri moderni, e i classici da cui sono nati, fanno un po' sorridere e quasi lasciano in bocca un sapore amaro, quasi un "tutto qui"???? La storia di per sè è carina, anche se ho preferito di gran lunga Carmilla, più suspense e più caratteristiche horror, questa storia invece, è un po' insipida... Polidori la partorisce in 3 giorni e nasce come un racconto breve, non tanto come romanzo. Perciò non ci si può aspettare la storia di un vampiro alla Anne Rice moderna. Dalla sua però ha una caratteristica fondamentale: dà il via al vampiro bello, affascinante, ben vestito, al quale nessuna donzella può resistere. Questa è una caratteristica importante che ritroviamo poi nei vampiri moderni, che hanno di fondo la caratteristica di essere assetati di sangue ma con signorilità... Sostanzialmente non è un racconto brutto, anzi, si possono leggere tra le righe molti romanzi moderni, e forse per l'epoca era veramente impressionante, ora fa un po' sorridere. Il Frammento di Byron da cui si è ispirato invece non mi è piaciuto affatto. Ho apprezzato di più il terzo racconto, La sposa delle Isole di Anonimo. Racconto direi quasi alla pari con Il Vampiro stesso. Per concludere, questo libro come anche Carmilla, per gli amanti dei vampiri, deve essere letto per capire su che basi poggia il vampiro moderno, leggetelo però cercando di capire in che anno è stato scritto, e quanto innovativo poteva essere per il tempo.
Il Vampiro di Polidori nella edizione Studio Tesi completa il viaggio nel fantastico insieme a Carmilla di Le Fanu,Il Castello dei Carpazi di Verne e a Dracula di Stoker e rende omaggio al prodigioso scrittore italiano che laureatosi diciannovenne in medicina all'Università di Edimburgo,pur diventando il medico personale di Lord Byron,non seppe sottrarsi alla propria rovina economica, morale e sociale ed al conseguente suicidio a 26 anni.Polidori non è stato nel 1821 la prima vittima degli scrittori interessati al vampirismo:Shelley nel 1822 annegò,Byron nel 1824 morì per febbre maligna ed infine Verne e Le Fanu raggiunsero un' età avanzata,ma in grande conflitto con la società in cui vivevano.Immune da malattie,debiti e depressione sembra essere stato lo scaltro Bram Stoker che darà al suo non-morto l'identità di un voivoda valacco realmente esistito che probabilmente non si nutriva del sangue dei viventi ma soltanto uccideva i suoi prigionieri turchi impalandoli.Il vampiro di Polidori,Lord Ruthven, è inglese e decisamente dandy:"Un aristocratico che attirava l'attenzione più per la stravaganza dei modi che per la nobiltà dei natali.Egli osservava con distacco l'allegria della gente che lo circondava,senza peraltro parteciparvi." E'un gentiluomo alla moda,abile nel gioco d'azzardo e nella seduzione:"Pareva attratto soltanto dalle risate argentine delle fanciulle;con una sola occhiata egli riusciva a soggiogarle infondendo in quei cuori spensierati un brivido di sgomento" .Quindi decisamente lontano da Dracula che col suo mantello svolazzante striscia come una lucertola al di sopra del precipizio e che cerca le prede come una tigre "mangiatrice di uomini".Perchè Polidori è nell'oblio e Stoker è ancora trionfante?Perchè Dracula è il mito profano e sacrilego della violazione,il perverso seduttore che contagia le vittime con la propria maledizione e che nella propria morte si trasfigura,atteggiando il volto in una espressione di pace,segno che la sua anima è salva,suggello morale a una vita morbosa e perversa.
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