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Anno edizione: 2003
Anno edizione: 2003
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Può una vecchia valigia essere fonte di tanti ricordi? Certamente, come anche qualsiasi altro oggetto, a patto che a far emergere dalla memoria eventi del passato sia un acuto osservatore; per poi metterli nero su bianco, occorre un narratore che abbia la straordinaria abilità di rendere interessanti e piacevoli anche fatti apparentemente banali. Con la sua scrittura semplice, ma non povera, con uno stile quasi colloquiale Isabella Bossi Fedrigotti si impegna nel tema che le è più congeniale, quello del ricordo. La vecchia valigia di pelle fabbricata a Brno da un artigiano dal nome pressoché impronunciabile e da tanto tempo presente nella casa di famiglia è così il pretesto per raccontarci un po' della sua gioventù, con la vacanza al mare, insieme alla sorella e ai due fratelli, accompagnati dalla tata tedesca, a quella in montagna, dalla zia, con la famiglia questa volta al completo. Lei é bambina e certe storielle fanno un po' sorridere, però sono tipiche di quell'età dell'essere umano. La valigia è sempre presente, anche quando si va in collegio dalle suore (assai riuscita la descrizione di queste) e infine è quasi un oggetto del contendere fra una mamma e un papà continuamente litigiosi, con lui che minaccia di andarsene e che allo scopo riprende la valigia dalla soffitta, la porta nella camera d'ingresso e lentamente la riempie di indumenti, per poi fermarsi, e lei che la nasconde, lui ancora che la ritrova, la riporta giù e la stipa di vestiario, senza poi tuttavia andarsene. Piccoli dispetti, atteggiamenti pateticamente infantili in due adulti che dovrebbero dare l'esempio di una sana famiglia ai figli e questi che assistono impotenti e anche attoniti sono forse le pagine migliori di questo breve romanzo che si lascia leggere in breve tempo, senza particolari pretese o messaggi di rilevante profondità, ma che alla fine risulterà un gradevolissimo passatempo.
Lo scorrere della vita raccontato da una bambina per mezzo di una valigia. Sapientemente scritto con una prosa dolce e malinconica. Chi non si è rispecchiato in questo racconto? Se non l'avete ancora letto vi consiglio anche "cari saluti" della stessa autrice. Buona lettura. Angela
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