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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2014
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Un racconto gradevole, molto realista, introspettivo, con quel tocco di follia e delirio che si intersecano nella mente del protagonista fino a spingerlo verso un finale senza via d'uscita... Lo consiglio a chiunque, anche agli scettici.
Pubblicato nel 1981 con lo pseudonimo di Richard Bachman, Uscita per l’inferno, tradotto da Tullio Dobner (titolo originale Roadwork), è un libro di Stephen King privo di elementi soprannaturali e fortemente realistico. Bart Dawes è un uomo normalissimo: è sposato e lavora presso una lavanderia da anni. Un po’ alla volta scopriremo però che Bart non è mai riuscito a superare il lutto e la perdita del figlio Charles, morto molto giovane a causa di un tumore cerebrale inoperabile. Oltre a questo trauma insuperabile se ne aggiunge un altro, causato da un prolungamento di un tratto di autostrada che costringerà Bart ad abbandonare la lavanderia e la sua casa perché entrambe dovranno essere demolite. L’uomo inizierà così a perdere un po’ alla volta il controllo, fino al 20 gennaio 1974: termine ultimo concessogli dal comune per sgomberare la casa. In Uscita per l’inferno il protagonista deve abbandonare quello che per lui (e per qualsiasi essere umano) è intoccabile: il lavoro e (soprattutto) la casa, la sua casa, quella di una vita, quella contenente tutti i suoi ricordi, compresi quelli dei pochi anni di vita vissuti dal figlio. Il libro può essere chiaramente inteso come una denuncia politica da parte di Stephen King e infatti questa sua opera fa paura tanto quanto un suo libro horror, solo che in Uscita per l’inferno è la realtà a farla da padrona. Quanto spesso in nome di soldi e profitti i potenti politici calpestano la vita delle persone e quello che duramente hanno costruito in una vita di sacrifici? La risposta la sappiamo tutti, e la sa anche Stephen King che ancora una volta si serve della sua scrittura per denunciare i soprusi di un mondo malato. La narrazione dura due mesi, inizia il 20 novembre 1973 e si conclude il 20 gennaio 1974. Ogni capitolo corrisponde a una data e King ricopre quasi tutti i giorni di questi due mesi di follia e disperazione. Uscita per l’inferno non è uno dei migliori romanzi di Stephen King, lo dice anche [continua sul blog]
Il titolo originale del romanzo è Roadwork e sinceramente è molto più appropriato del titolo scelto per l'edizione italiana che trovo fuorviante. Un romanzo che mi è piaciuto molto. George Dawes è un uomo la cui vita è stato segnata da un evento molto doloroso. Da quel giorno è come se una bomba ad orologeria fosse stata impiantata all'interno del suo io, bomba che viene innestata quando un evento esterno, ossia la domanda di esproprio pervenuta da una società che sta realizzando un'autostrada, minaccia di portargli via la casa. Casa che per George è molto di più di un semplice bene materiale, ma che è come uno scrigno di ricordi, un sottile filo a cui attaccarsi con ogni forza per mantenere accettabile il suo fragile equilibrio psicologico. Pagina dopo pagina Stephen King descrive molto abilmente il dilemma di questo uomo, solo nel suo dolore.
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