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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2014
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Il primo libro che leggevo di Alice Munro. E devo ammettere che mi ha lasciato stranito. La scrittura è estremamente elegante e misurata, sono i fatti narrati che, per quanto mi riguarda, non coinvolgono. In effetti, per essere più prosaici, in queste pagine "non succede nulla", tutto è alluso, accennato, sussurrato. Meglio i quattro pezzi finali, autobiografici per ammissione della stessa autrice, e percorsi da una divertente ironia.
Come sempre Alice Munroe insinua il sospetto e sospende il lettore tra agghiaccianti rivelazioni. In questa serie di racconti l'autrice interpone un considerevole lasso di tempo tra il verificarsi dei fatti descritti e la loro narrazione, tempo che agisce come un anestetico, congelando le emozioni, attutendone l'impatto. Gli eventi che lasciano tramortiti i protagonisti di queste tristi storie, sono osservati attraverso la lente salvifica del senno di poi, quasi a voler suggerire l'inutilità dell'amarezza provocata dalla disillusione, poiché quest'ultima è una imprescindibile costante dell'esistenza. Vengono riproposti temi analoghi a quelli di "Nemico, amico, amante..." (raccolta di racconti ben più incisiva e dinamica, scritta dieci anni prima), ma non si tratta della Alice Munroe a cui ero abituata, disincanto e distacco permeano oltre ai contenuti anche lo stile della prosa, che sembra solo abbozzata, ciò che resta è poco più di un condensato di tristezza.
Sono tornato dalla Munro. Il libro mi ha fondamentalmente annoiato, ma l'ho finito. I personaggi sono avvolti nella nebbia e solo in pochi passaggi le figure hanno contorni netti. Le pagine finali, autobiografiche salvano il libro. Grande letterata e ottima la traduzione. Entrambe decorano il libro.
Recensioni
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