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Anno edizione: 2009
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Pur essendo una pietra miliare della letteratura novecentesca, sono rimasto un po' deluso. Forse avevo troppe aspettative. Comunque, rimane una lettura interessante e doverosa, soprattutto per chi è interessato a tematiche LGBT.
“Un uomo solo” è un romanzo breve di Christopher Isherwood, pubblicato nel 1964. L' autore fu uno scrittore inglese trasferitosi negli anni '30 a Berlino. Fu amico di Woolf, Forster e Vidal. Proprio a quest' ultimo è dedicato “ Un uomo solo”. Protagonista del romanzo è George e la vicenda si svolge in un solo giorno del 1962. George è un professore di mezz'età, rimasto solo dopo la morte del compagno Jim. Si sente fiacco nell' animo e nel corpo e pervaso da una profonda depressione. Quando la narrazione comincia, vediamo George che, dopo essersi svegliato, si guarda allo specchio e si vede molto invecchiato, con qualche chilo in più. Poi quando va in cucina avverte all'improvviso la mancanza di Jim e si sente abbattuto. Scopriamo poi che i suoi vicini sono ostili verso di lui o al massimo lo compatiscono per la sua omosessualità. Non sanno però della morte di Jim, perché essa è stata celata da George. In seguito si avvia in macchina verso il campus dove deve tenere una lezione. Appena entra nel campus, si imbatte in una coppia di tennisti che giocano. In questo brano per me si raggiunge il picco della narrazione. I due tennisti vengono descritti come due splendidi ragazzi; uno è messicano mentre l'altro è un biondo. George sta parlando con uno studente quando li vede e ne rimane estasiato. Ascolta distratto l'interlocutore mentre vede i giocatori seminudi e li immagina avvinti in una specie di lotta e quindi in contatto fisico. Appena entra in aula il protagonista tiene, basandosi su un romanzo di Huxley, una lezione sulle minoranze. Qui forse è ben presente il passato del nazismo. Tuttavia la lezione è originalissima poiché il professore non tiene a generalizzare sostenendo che le minoranze non sono del tutto buone e le maggioranze del tutto cattive. Il finale è a sorpresa e molto toccante. Inoltre il romanzo è molto malinconico perché si sente lo spirito di decadenza che lo pervade
Leggetelo, leggetelo, leggetelo. E se vi piacerà leggete "Camere separate" di Pier Vittorio Tondelli. Sono due libri strappa-anima. Bellissimi. La capacità di Isherwood di restituire l'intensità è incredibile.
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