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Anno edizione: 2006
Anno edizione: 2012
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ingredienti: tre amici universitari siciliani ritrovatisi da adulti, le loro vite sospese tra ricordi del passato e guai del presente, tre carriere in bilico (poliziotto, politico, giornalista) tra ricatti, complotti, indagini, una morte improvvisa sulla falsariga dell’Antigone sofoclea. Consigliato: a chi vuol conoscere le regole più scomode che danno forma e sostanza al potere, a chi è costretto a scavare in un passato che non gli appartiene più.
Ho fatto fatica a leggerlo fino in fondo. Non c'è una vera trama ed e' raccontata una atmosfera quasi caricaturale. E' evidente inoltre che non tutti si possono permettere uno pseudo dialetto siciliano alla Camilleri!!!
Tre amici si frequentano all'università a Palermo, poi ognuno prende la propria strada. Uno diventa poliziotto e deve subire l'onta di un processo per favoreggiamento di mafia, da cui solo alla fine sarà assolto. Un altro diventa un famoso deputato, spinto dal padre, vero deus ex machina in Sicilia. Il terzo infine diventa giornalista e fidato collaboratore del secondo. Le vicende dei tre si intersecano quando l'onorevole comincia a ricevere minacce anonime. Ed è un intreccio interessante, che solo il poliziotto riuscirà alla fine a districare.
Recensioni
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"Tutti siamo sudditi e privilegiati, privilegiati ma sudditi. Per questo da noi in Sicilia non si fanno rivoluzioni. Non se ne sono mai fatte". Parole in cui risuona l'eco di una lunga tradizione letteraria, quella siciliana, venata di pessimismo e incline a una fatalistica sfiducia nel cambiamento. A pronunciarle, in questo romanzo di Gaetano Savatteri, è l'onorevole Vella, ultimo esemplare di una schiatta antica e mai estinta di notabili siciliani. Il passo è tratto da un dialogo in cui l'onorevole spiega, in una forma che tende all'apologo, come va il mondo (in Sicilia e, potremmo aggiungere, ormai non solo): per la risoluzione di un problema un figlio da sistemare, una licenza da ottenere ci si può rivolgere a lui, che provvederà in tempi brevi a risolvere la cosa, come? con la concessione di un privilegio; privilegio che al contempo, e necessariamente, comporterà un torto per qualcun altro; e privilegio goduto e torto subìto alternativamente, "a giro a giro", tutti tocca. Tutti, in un sistema così fatto, sono privilegiati ma sudditi.
Il romanzo di Savatteri, alla sua terza prova narrativa, sempre per Sellerio, è un'indagine sul potere, un noir politico incardinato sulle storie di tre amici del tempo dell'università, a Palermo, negli anni del movimento della Pantera, della speranza antimafia dopo la stagione delle stragi. Dopo anni i loro destini tornano a incrociarsi. Placido è diventato un poliziotto, animato dalla speranza di affermare i propri ideali, ma un processo infamante lo ha condannato, sulla base di alcune dubbie intercettazioni telefoniche, e lo ha sospeso dal servizio; Aurelio è diventato un politico, seguendo la strada segnata per lui dal padre, ma è creatura troppo fragile e incerta per lo spietato mondo della politica, impersona il dilemma tragico tra libertà individuale e prescrizione del fato il tema dell'Antigone che aleggia sullo sfondo del romanzo; Silvestre dei tre il meno delineato nella narrazione, tratto che rende ancora più sfuggente la sua camaleontica figura è un giornalista diventato collaboratore di Aurelio, del tutto asservito alla politica. A fare incontrare i tre vecchi amici sono alcune lettere anonime, minacciose, ricevute da Aurelio, il politico in forte ascesa suo malgrado, per le quali viene chiamato a indagare l'amico poliziotto, Placido.
Ma è un passato, il loro, per quanto comune, non condiviso, ora che si ritrovano uomini nel mondo. Troppo urgente è il presente, con le sue preoccupazioni e i suoi guasti il lavoro, un matrimonio fallito. Sono uomini che non si voltano, nella suggestione, richiamata dal titolo, dei versi montaliani. Se mai, e senza troppo indugiarvi, il passato viene ripensato singolarmente (soprattutto da Placido, il più incline a guardarsi indietro e dentro, di sicuro il personaggio su cui l'autore riversa più simpatia e attenzioni). I capitoli che prestano la voce ai singoli personaggi, incastonati nella successione dei capitoli narrativi, consentono all'autore di esprimere i diversi punti di vista, e le diverse solitudini, anche per mezzo di screziature linguistiche, inserti lessicali dialettali, giri alla frase che danno quella particolare coloritura siciliana, che ravvivano la narrazione, peraltro sempre di fresca e piacevole lettura.
Savatteri è tra gli scrittori siciliani degli ultimi anni quello che in maniera più convincente ha saputo cogliere la lezione di Leonardo Sciascia, scrittore ad alta temperatura civile, acuto indagatore del potere politico. L'omaggio all'autore del Giorno della civetta percorre tutto il romanzo, con rimandi più o meno diretti (eppure mai viene nominato; una volta a indicarlo una perifrasi: "Uno scrittore scomodo di Sicilia"). In particolare è tenace il riferimento al giornale locale, "Malgrado tutto", nato negli anni ottanta a Racalmuto, paese di Sciascia, per iniziativa di un gruppo di giovani, tra cui lo stesso Savatteri, allora giornalista in erba. Un giornale ancora oggi pubblicato che, rifacendosi al titolo, Sciascia definiva nell'articolo programmatico, al suo nascere: "Un modo di affrontare la realtà col pessimismo dell'intelligenza e l'ottimismo della volontà". Come da Savatteri ricordato nella pagina conclusiva del romanzo, testimonianza di una militanza lunga e ora qui esemplarmente rinnovata.
Marcello D'Alessandra
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