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Anno edizione: 2022
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Davvero Sherlock Holmes è un esperto di calcolo delle probabilità? E cosa c'entra il Pasticciaccio di Gadda con il caos deterministico di Poincaré? Cosa ci dice L'uomo senza qualità di Musil dell'indeterminismo della meccanica quantistica? Ciò che accade può sempre essere ricondotto a una catena di cause ed effetti, oppure la realtà è intrinsecamente indeterministica?
Gran parte della letteratura mette in scena vicende improbabili, la cui eccezionalità è propriamente ciò che le rende attraenti in quanto storie. Ma alcune narrazioni giocano con la probabilità una partita più complessa, che passa attraverso le formalizzazioni offerte dalla scienza. Da quando la probabilità si è fatta teoria e calcolo matematico, infatti, è possibile intercettare un sottile filo di riflessione letteraria intorno a quello che costituisce uno dei fondamenti stessi della scrittura. La vita quotidiana mette continuamente in discussione la nostra capacità di orientarci nell'universo delle probabilità, e la rappresentazione artistica di tale atteggiamento è parte integrante della letteratura; se la scienza offre strumenti nuovi per pensare questa nostra capacità, la letteratura non potrà che appropriarsene. Ci muoviamo tra tre polarità: il senso comune, la letteratura, la matematica.
Ciò che accade può sempre essere ricondotto a una catena di cause ed effetti, oppure la realtà è intrinsecamente indeterministica? Su questo problema si sono esercitati scienziati e filosofi, ma anche narratori. La letteratura ha infatti tradotto le idee della scienza in un periodo nel quale la divaricazione tra le «due culture» si è fatta sempre più ampia. Attraverso la lettura di Poe e Conan Doyle, Valéry e Gadda, Pirandello, Musil, Broch, Del Giudice, fino ad arrivare a Foster Wallace e McEwan, Francesca Romana Capone mostra in questo saggio, solido e originale, come il senso comune si sia progressivamente allontanato dallo spirito scientifico, a causa del restringimento di una base condivisa di conoscenze. Eppure, è proprio grazie alla forza evocativa e persuasiva della narrazione che la scienza può entrare nel nostro quotidiano e incidere sull'irrazionalismo dilagante.
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