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Dorothy Moskowitz è stata la cantante di uno dei gruppi più straordinari dei sixties, The United States Of America, per il quale il termine rock è alquanto restrittivo. Il loro unico album omonimo era stata una meteora luminosa che aveva aperto nuove strade nella musica contemporanea abbattendo le barriere tra "colto" e "popolare". Guidati dal compositore Joseph Byrd, sono stati tra i primi ad aver elettrificato strumenti come il violino e la batteria accoppiandoli con suoni elettronici grazie ai primi oscillatori; nel tempo hanno lasciato una traccia indelebile e un numero crescente di appassionati. Questo nuovo lavoro, creato da Dorothy in età non più giovanissima (e per questo ancor più gradito) è stato registrato con alcuni musicisti visionari Italiani denominatisi a ragione The United States Of Alchemy, una sorta di omaggio al gruppo storico e al risultato alchemico ottenuto. Francesco Paolo Paladino (musiche) e Luca Chino Ferrari (testi) con alcuni collaboratori (tra i quali spicca Riccardo Sinigaglia) sotto un cielo infinito hanno dipinto un moderno suono espressionista di pura magia elettroacustica che non scade mai nell'ambient scontato ma riesce ad essere un aggancio con la scena migliore del minimalismo a stelle e strisce (Terry Riley, La Monte Young). L'effetto è quello di una musica nuova in cui la sensibilità Europea incontra quella Americana con naturalezza; sotto questo cielo infinito la voce di Dorothy si muove tra i suoni con grande eleganza e ci regala uno dei miracoli sonori di questi anni. [Alessandro Monti, autore del libro "Riproduzione Casuale"]
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