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Nella elegante definizione che Francesco Petrarca, principe degli umanisti, dette di Venezia è condensato tutto il "mito di Venezia". Nel libro di Margaret King – professore di storia al Brooklyn College di New York - c'è il tentativo, riuscito, di discendere alle radici più profonde del mito, per fare luce sulla storia, e precisamente su quale ruolo la cultura umanistica veneziana svolse nell'opera di "fortificazione" ideologica della città; di quali torri e bastioni metaforici, costruiti con idee e credenze, suggestioni e stati d'animo, essa cinse e protesse la capitale di uno dei più importanti imperi mercantili dell'età moderna e la sede di una luminosa civiltà artistica e letteraria. Procedendo sapientemente attraverso l'imponente mole della produzione umanistica veneziana, e muovendosi con altrettanta disinvoltura e chiarezza di intenti nel labirinto di una larghissima documentazione inedita; scavando con cura tra epistolari e trattati di teologia e di storia, tra componimenti poetici e relazioni e atti ufficiali, tra "invectivae" e "dialoghi", tra rotoli universitari e testamenti di nobili e mercanti, l'A. ci restituisce il complesso intreccio dei rapporti che legarono, tra il XV e il XVI secolo, l'aristocrazia del sangue e del denaro a quella dell'ingegno, della cultura e dell'arte. Il risultato è duplice: da un lato questo libro mostra con particolare efficacia come gli ideali e le tecniche letterarie e retoriche dell'umanesimo acquistarono un inconfondibile volto veneziano nell'incontro con antiche, preesistenti e tenacemente radicate tradizioni filosofiche, religiose e morali, e con una realtà politica e sociale molto diversa da quella di altre capitali dell'umanesimo italiano; dall'altro fornisce un vasto repertorio di dati e informazioni bibliografiche e documentarie che sarà di valido sussidio per quanto vorranno accostarsi alla storia della cultura e della società veneziane del Rinascimento.
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