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PREMESSA Ho incrociato per caso Gabriella nel gruppo “Setteversi” e ci siamo confrontate sui nostri viaggi in giro per il mondo. Ho scoperto che scrive romanzi e ho acquistato "L'ultimo arcobaleno". Bellissimo! LA TRAMA L'incipit per me è foriero di delizia che si accresce nel secondo capitolo. Corre l'anno 1899, siamo nella tenuta vercellese "il Borgo" in cui i Conti Landriani Della Torre e le manovalanze (mondine e braccianti) vivono e lavorano organizzati dal capo fattore Palmiro Ferri. Io, cittadina e scarsa di conoscenze campagnole, ho avvertito un grande amore per questa campagna qui narrata con altrettanta passione. Nel 2010, anno in cui inizia il racconto, gli eredi di Palmiro Ferri si trovano a Milano convocati dal notaio per la richiesta di acquisto della tenuta da parte di una impresa edilizia. Ci sono già i semi di una vicenda intricata e ci si chiede come finirà. Le storie talvolta drammatiche dei protagonisti migranti che appartengono al passato dell’Italia, sono di grande suggestione. Il racconto, avvalendosi di flashback e, utilizzando una scrittura prevalentemente visiva, ti regala un film e ti cattura. Caro lettore non ti dico altro per non rompere la magia. LA SCRITTURA La scrittura, come ho già espresso, è prevalentemente visiva, ma anche gli altri sensi sono allertati e questo accresce il coinvolgimento. L’uso moderato di aggettivi aggiunge fascino. I capitoli sono brevi e lo ritengo un pregio. Una osservazione a parte meritano i paragrafi e la copertina (sono scelte dell’editore). - I paragrafi sono troppi, è risaputo infatti, che si crea un NUOVO paragrafo solo quando c’è un NUOVO argomento e qui non così. - La copertina è "il vestito" di un libro, ed è la prima cosa che si vede, questa, oltre ad essere scura, ignora il titolo luminoso! 🌸
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