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Libro bellissimo fino a 200 pagine dalla fine, belle riflessioni, bei valori,avvincente come solo Koontz sà essere, ma il finale rovina quello che poteva essere un capolavoro.
Un romanzo insolito nella ricca prouzione di Dean Koontz che, per alcuni aspetti, si è mosso nel campo della narrativa su binari paralleli a quelli del coevo Stephen King, "L'ultima porta del cielo" affronta fondamentalmente due temi che si intrecciano e finiscono con l'unificarsi. La denuncia della cosi detta "bioetica utiliritastica" che inalcune pagine della storia viene ampiamente illustrata e critica attraverso uno dei personaggi cardine il bieco Doctor Fato, padre putativo di Leilani Klonk e cultore dell'eutanasia praticata ai danni di esseri viventi inutili e antiestetici, e la possibilità che tutto il male del mondo possa essere alla lunga riscattato da esseri salvifici che provengono da altri pianeti. Come? Inaspettamente, attraverso i cani ed altri animali: questi esseri hanno il potere di mettere in connessione le menti e, a quanto pare, il contatto intimo con la mente del cane, può modificare radicalmente la visione del mondo e le attitudini degli uomini. La missioni di questi esseri in missione sul nostro pianeta è quello di diffondere questo Verbo, andando alla ricerca di uomini e donne che siano naturalmente "empatici" e capaci di stabilire il contatto con i cani, anche senza la mediazioni degli alieni in visita sul nostro pianeta. Bella ed elegante soluzione, che servirà a sconfiggere il Male perpetrato da gli uomini verso altri uomini e che prende la sembianze degli usi perversi e malvagi dell'utilitarismo in Bioetica. Il film trasmette anche un bel messaggio sull'innocenza dell'infanzia e sul fatto che, in alcuni casi, può conservarsi intatta e riemergere, malgrado le peggiori vicissitudini. L'autore - segnaliamo - possiede un'autentica vocazione per i cani e, fuori dal solco della sua stilistica narrativa - ha anche dato alle stampe un libro di memorie che riguardano il suo cane Trixie (Io & Trixie. La mia magica vita con un cane speciale, Sperling&Kupfer, 2012)
Davvero notevole questo libro. I gruppi di personaggi, all'inizio, non sembrano avere niente a che fare gli uni con gli altri, ma poi le loro strade si incrociano sempre di più. Ho trovato estremamente buona la caratterizzazione, i protagonisti sono talmente gradevoli che finisci quasi per considerarli tuoi amici, mentre i cattivi, sono così malvagi e odiosi (com'è giusto che sia), che ti viene voglia di entrare nel romanzo per strozzarli personalmente! Koontz, come sempre, è un eccellente narratore e non fa pesare le oltre settecento pagine. Il finale poteva essere un pò migliore (tipico di Koontz), ma nel complesso non posso che consigliare questo libro!
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